“C’è un altro 11 settembre da ricordare”
Il Comitato Antifascista cittadino rievoca la tragedia di dieci anni orsono, ma anche quella del 1973, quando il golpe di Pinochet in Cile causò oltre trentamila morti
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Comitato Antifascista di Busto Arsizio sul ricordo dell’11 settembre.
11 settembre. Da dieci anni a questa parte evoca un senso feroce di insicurezza, di paura. La tempestività, la nitidezza algida della comunicazione globale ci consegnò immagini terrificanti e una lista triste di uomini e donne, vittime civili dell’esordio della "guerra globale".
"Siamo tutti americani" si disse, nel terrore di un nemico invisibile, insidioso: la paura. Oltre la paura oggi anche la crisi che ci attanaglia avvicina noi tutti cittadini del mondo, ci rende tutti in qualche modo vittime di un sistema globale alla corda. Sotto le macerie di quelle torri oltre alle vittime sono rimasti sepolti molti sogni, e brandelli di democrazia, impietrì anche chi già contestava il dominio del mondo non immaginando quanto profonda sarebbe stata la voragine. Da lì si è sancito il compito che il Mondo Libero portasse democrazia da esportazione a suon di bombardamenti nei paesi definiti "canaglia" e altri uomini e donne, altri civili hanno pagato l’efferatezza di guerre scatenate dall’alto.
La paura è entrata in casa con le immagini dell’11 settembre, è entrata dentro fin nell’intimo e in cattedra sono saliti ovunque i maestri del terrore, pronti da subito a dare un volto ed un nome all’altro che diventava nemico, pensiero funzionale a dividere l’umanità in buoni e cattivi e a rendere la pace ed i diritti internazionali merce in svendita. Ancora oggi, da dietro le scrivanie, celati poteri dominano e giocano pericolosamente in mezzo alle crisi della crisi. Lo fanno in accordo con chi siede sugli scranni dei Parlamenti in accordo con i generali in armi e i capitanti di finanza.
Democrazia sotto attacco, paura internazionale e diritto negato all’autodeterminazione, legge internazionale del più forte, popoli piegati all’interesse di pochi e morti, morti, morti…alcune date ricorrono, la storia non è beffarda ma è pilotata, e ci consegna spesso copioni apparentemente diversi, ma dietro cui stanno logiche decise altrove dal teatro della tragedia.
E allora consegamo alla memoria di questi giorni uno scritto giunto dalla rete, perché non si smarrisca con la memoria il senso umanità collettiva, bene comune che nessuno ci può togliere, a meno di non rinuciare alla coscienza. E ricordiamo così gli 11 settembre di questi quarant’anni.
I morti dell’11 settembre…1973
11 settembre.
Oltre 30.000 morti accertati.
Oltre 600.00 persone torturate.
Questi sono i numeri principali del 11 settembre 1973, una data troppo spesso dimenticata.
Il golpe dell’11 settembre 1973 portò al potere Pinochet.
Alcune informazioni utili per non dimenticare
Dietro il Golpe dell’11 settembre la CIA
Uno scoop del New York Times denunciò che l’amministrazione Nixon aveva finanziato attività della Cia in Cile contro il presidente in carica Allende.
L’8 settembre 1974, il New York Times rivelò che, secondo una testimonianza resa il 22 aprile dello stesso anno da William Colby, direttore della Cia, di fronte alla Sottocommissione dei servizi armati sull’intelligence della Camera dei rappresentanti, l’amministrazione Nixon avrebbe stanziato oltre otto milioni di dollari per le attività della Cia contro il presidente Salvador Allende. Le operazioni di intervento, secondo Colby, erano state approvate in blocco dalla Commissione dei quaranta, un quadro di comando di alto livello addetto all’approvazione dei piani di sicurezza guidati da Henry Kissinger, segretario di Stato degli Stati Uniti, e furono considerate come prova schiacciante delle tecniche di sovvertimento di altri governi attraverso lo stanziamento di fondi.
Concludiamo con un saluto che è un pensiero: siamo tutti americani, siamo tutti cileni, siamo tutti afgani ed iracheni, palestinesi ed israeliani, siamo uomini e donne in cammino, popoli con alle spalle anche tanti orrori, davanti un futuro che deve essere più giusto di ieri e di oggi…è tempo di non essere più vittime, per non piangerne più.
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