Super Mario spazzacamino: missione compiuta
Ha portato a termine una maratona di 71 km compiendo simbolicamente la strada inversa dei primi spazzacamini in cerca di lavoro. Ecco il suo racconto
«La notte è stata difficile: continuavo a pensare a quello che avrei fatto il giorno dopo ed ero molto agitato. Nonostante tutto mi sono svegliato alle 3 come stabilito per fare in modo di partire alle 4».
Comincia così il racconto di Mario Paonessa, lo spazzacamino che un po’ per passione, un po’ per follia ha affrontato oltre 70 chilometri di corsa per raggiungere i colleghi di tutto il Mondo.
«Incomincio la mia maratona dalla Valmarchirolo. Passo da Cunardo e poi giù per la Ferrera fino a quando non arrivo in Valcuvia. Qui alcune macchine si fermano, mi chiedono cosa sto facendo e mi augurano: “In bocca al lupo!”. A Cuveglio la prima sosta che sfrutto per cambiarmi i vestiti e mangiare una banana. Riprendo la corsa mentre mio nipote mi filma con la telecamera: è evidente che anche lui è emozionato per l’impresa che sto affrontando. Arrivo a Laveno dopo 23 km e mezzo di camminata e prendo il traghetto per Intra. Mi sento in forma e carico per portare a termine la mia avventura».
La corsa è dura, il sole man mano che Mario corre, comincia a farsi sentire.
«Dopo un paio di soste incomincio la parte più impegnativa: devo affrontare una salita di 23,8 km ma la convinzione e la forza di volontà mi aiutano a non mollare. Al 58° chilometro un’auto abbassa il finestrino, mi chiede se sono io “Mario lo spazzacamino” e mi incita a compiere la mia missione. In quel momento mi sono sentito commosso e ho ricevuto una spinta in più. Finalmente finisco l’estenuante salita e incomincio la discesa verso Malesco».
Qui, incomincia la parte “coreografica” dell’impresa: bisogna tagliare il traguardo vestiti da spazzacamini.
«E proprio in questo momento mi faccio dare il cilindro indossandolo orgogliosamente sul capo. Arrivo in paese e la prima cosa che faccio è baciare il monumento dedicato a uno spazzacamino morto a Milano agli inizi del ‘900. Qui alcuni colleghi mi abbracciano, mi stringono e mi fanno sentire il loro affetto per un’impresa che vuole ricordare il sacrificio e la fatica che mettiamo nell’esercizio della nostra professione.
Mi preparo ora ad affrontare gli ultimi 2 chilometri, con tutti gli accessori da lavoro: la tuta adatta, la scaletta e la corda con ricci. Finalmente l’arrivo a Santa Maria Maggiore dopo 6 ore e 45 minuti di corsa effettiva e più di 71 chilometri.
Non posso far altro che ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto in questa pazza iniziativa e ricordare al mondo il valore della professione di spazzacamino».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
GrandeFratello su Arrivano i treni Varese-Milano Centrale. Ma solo per due giorni
Massimo Macchi su Tarip, le prime fatture fanno discutere. Coinger: "Una rivoluzione culturale"
PaGi su Si è ribaltato un altro grosso tir, traffico in tilt tra Somma Lombardo e Malpensa lungo la via Giusti
gokusayan123 su Si è ribaltato un altro grosso tir, traffico in tilt tra Somma Lombardo e Malpensa lungo la via Giusti
gokusayan123 su Nessun segno di pentimento, in carcere il 21enne accusato dello stupro di Busto Arsizio
andreabianchi su Donazione di organi, cresce il numero dei "no": i dati del Varesotto comune per comune
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.