Al museo delle cere una stata dedicata a Stefano D’Orazio
Verrà inaugurata il 19 ottobre la statua dedicata all'ex batterista e manager dei Pooh
Il 19 ottobre alle ore 15.00 verrà inaugurata al Museo delle Cere di Roma la statua dedicata a Stefano D’Orazio, il poliedrico autore, ex batterista e manager dei Pooh, che nel 2009 ha lasciato la storica formazione della musica italiana per dedicarsi a “nuove emozioni e nuovi progetti”, tra cui i fortunati musical da lui scritti o tradotti in italiano con grande successo negli ultimi anni (da “Aladin” e “Pinocchio” fino a “Mamma Mia!”).
La statua sarà posizionata nella sala dedicata ai musicisti italiani contemporanei, insieme a quelle di artisti quali Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli, Zucchero e Ligabue e: con sembianze di un realismo impressionante, Stefano D’Orazio appare in piedi, dietro alla sua storica e mastodontica batteria, con il suo classico sorriso tra l’ironico ed il disincantato, classico di chi, come lui, non si è mai preso troppo sul serio.
Il Museo delle Cere di Roma è in Piazza SS. Apostoli 68 (Piazza Venezia) ed è aperto tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 21.00 (per info: www.museodellecere.com).
Il Museo delle Cere di Roma è nato nel 1958 e dopo quello di Londra e Parigi è il terzo in Europa per importanza e numero dei personaggi in esso rappresentati. La scelta della direzione artistica è sempre stata quella di immortalare in Statue di Cera quelle figure che hanno scritto nei secoli storia e costume riservando però un importante spazio anche a quei personaggi contemporanei che hanno segnato il nostro tempo. Nel variegato itinerario che si snoda attraverso le sale del Museo si incontrano i protagonisti del presente e del passato, dalla Storia Antica e Moderna ai grandi Inventori, dai Papi, ai Politici passando attraverso santi, poeti, pittori, scrittori, scultori e grandi compositori fino ad arrivare alle facce delle arti del nostro tempo, come il cinema, il teatro e la musica: da Charlie Chaplin a Totò, da Alberto Sordi con Nino Manfredi ad Eduardo de Filippo.
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