Arcisate-Stabio, PD: “I ritardi li pagheranno i cittadini”
Il capogruppo democratico in Regione interviene sulla situazione dei lavori sulla linea ferroviaria
«I rischi affinché i tempi di realizzazione previsti per la ferrovia Arcisate-Stabio si prolunghino nel tempo sono sempre più reali e di questo ritardo ne pagheranno le conseguenze anche i cittadini comaschi». Così Luca Gaffuri, capogruppo del PD in Consiglio Regionale, commenta l’impasse che sta riguardando in questi giorni la realizzazione di questa linea ferroviaria balzata agli onori della cronaca per i contrasti tra l’impresa che ha vinto l’appalto per i lavori e Rete Ferroviaria Italiana e che è stata al centro di prese di posizione da parte di forze politiche ticinesi la scorsa settimana.
«La ferrovia Arcisate-Stabio è un’opera finanziata dal governo Prodi con 223 milioni di euro deliberati dal Cipe nel febbraio 2008 ed il cantiere per realizzare il collegamento di 8,2 chilometri a doppio binario tra Varese e il confine con la Svizzera, interessa attualmente 200 lavoratori. Per il territorio comasco si tratta di un’opera importante in quanto permetterà, via Mendrisio, di collegare Como a Varese in meno di 40 minuti. Dalla scorsa settimana i lavori sono fermi a causa di un ingente quantitativo di materiali inerti da smaltire e l’impresa che ha vinto l’appalto anche per i lavori in territorio ticinese, la Claudio Salini di Roma, ha deciso di impugnare davanti ad un tribunale il contratto con Rete Ferroviaria Italiana per presunti accordi non rispettati e ritardi nei pagamenti per opere già completate. Così, adesso, aspettando il verdetto ha sospeso i lavori in tre dei quattro principali cantieri di cui si compone l’opera in territorio italiano».
Lunedì scorso in Regione si è svolta una riunione tecnica su questo collegamento: «Si è affermato che l’arsenico rinvenuto è di origine naturale – conclude Gaffuri – e che sarebbero stati individuati siti che potrebbero accogliere questo terreno. Sono due notizie positive ma non bisogna perdere tempo. Il progetto deve continuare e non solo perché 200 persone rischiano di perdere il posto di lavoro, ma perché si tratta di un progetto fondamentale di collegamento ferroviario anche per il territorio comasco».
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