Canton, prime nomine ai cerchiomagisti ma offre un patto ai maroniani
La Lega sceglie agli enti locali e dialetto due fedelissimi del segretario e porta in direttivo diverse facce nuove. I vicesegretari e il segretario organizzativo restano sospesi
Dopo il burrascoso congresso di Varese, da qualche giorno è tregua armata, tra le due correnti del cerchio magico e dei maroniani. Ieri sera il nuovo segretario provinciale Maurilio Canton ha guidato il primo direttivo provinciale.
Non c’era Umberto Bossi a "fare la guardia", come alcuni avevano suggerito: i maroniani sono maggioranza, ma il capo è il reguzzoniano di ferro voluto dall’Umberto da Gemonio. Le prime decisioni di Canton sono state prudenti: ha scelto alcuni fedelissimi ad occupare caselle importanti e ha istituito una nuova “consulta dei militanti” di cui sarà egli stesso il responsabile ma ha offerto al direttivo, e dunque alla corrente avversa, una patto per nominare persone gradite sia ai cerchiomagisti che ai maroniani, per evitare clamorose spaccature.
Intorno a lui c’è un certa freddezza, per non dire gelo, ma per molti leghisti che stanno sospesi tra la rabbia per il congresso e la fedeltà alla bandiera, potrebbe andare bene un periodo di quieto vivere, in attesa di capire che succederà al traballante governo Berlusconi.
Le decisioni di Canton sono state comunicate al direttivo e nei prossimi giorni si valuterà il loro effetto. Lui va dritto per la sua strada e ieri sera, dopo la riunione, si è presentato in consiglio comunale, a Varese, dove ha parlato con il sindaco Fontana, il segretario cittadino Marco Pinti e la pattuglia leghista a Palazzo Estense, una delle meno entusiaste del nuovo segretario. Per la cronaca, non indossava la felpa bianca e verde con la scritta “Cadrezzate”, ma una felpa blu con la scritte “Vares” e “Lumbardia”, forse più adatta al ruolo. Il patto coi maroniani Canton lo spiega così: “Vorrei che su ogni incarico ci fosse una squadra a lavorare – afferma – e per questo ho anche lasciato in sospeso alcune cariche, che saranno discusse con il direttivo, ad esempio la nomina di posizioni strategiche come il segretario organizzativo e i vicesegretari. Ho lasciato a tutti due settimane per riflettere e propore dei nomi”.
I Giovani Padani, dopo la richiesta di chiarimenti del coordinatore Andrea Tomasini, rimarranno nella loro stanzetta in via Magenta. E il cambio delle serrature? “Quelle nuove funzionano tutte bene” scherza Canton; a Tomasini ha risposto per iscritto e pare che si siano chiariti. Il neosegretario ha nominato agli enti locali il reguzzoniano Andrea Gambini di Olgiate Olona (ex assessore in provincia e presidente della Fondazione insubrica di ricerca per la vita), il gallaratese Antonio Trecate segretario amministrativo, Maurizio Fozzato di Solbiate Arno coordinatore della segreteria. Un altro reguzzoniano di ferro, Giangiacomo Longoni, è stato nominato a capo di una nuova consulta creata ad hoc, quella sul dialetto e sulle tradizioni, che arringherà i militanti sul vernacolo e la politica culturale del Carroccio.
Alla consulta professioni rimarrà l’architetto Fabio Beverina di Besozzo, alla consulta sanità è confermato Roberto Caronno, alla nuova consulta agricoltura Giuseppe Ravasi ex sindaco di Besnate, alle pmi un altro fedelissimo, Marco Colombo di Daverio, e ai frontalieri un militante che non è stato ancora avvisato ma forse accetterà, Ivano Medici.
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