Dalla Luna al parco, piantato il seme spaziale
Roosemary Roosa ha donato un pino nato da uno dei semi portati sul satellite dal padre Stuart nel 1971 con la missione "Apollo 14": "Un piccolo albero per l'Italia ma un albero gigante per l'umanità"
Un seme che è stato sulla Luna oltre quaranta anni fa. Il "figlio" di un albero nato da quel seme, uno dei 500 portati sul satellite dall’astronauta Stuart Roosa con l’Apollo 14 nel 1971, è stato piantato nel Parco Pineta, all’interno del Centro didattico scientifico. Il tutto nell’area verde dove si trova anche l’Osservatorio astronomico gestito dalla fondazione Foam13, anche organizzatrice dell’evento che si è svolto mercoledì pomeriggio. Una lunga cerimonia, preceduta da una conferenza a cui ha partecipato anche la figlia dell’astronauta, Rosemary Roosa.
La fondazione ha così fatto diventare Tradate la città italiana che ospita l’albero "figlio" della Luna, un Pino Loblolly.
«Sull’Apollo ogni astronauta poteva portare un set personale, altri portarono delle fotografie, Roosa portò qualcosa di speciale» ha raccontato Luigi Pizzimenti, responsabile del settore aeronautico della fondazione. A raccontare il seguito della storia è stata la figlia dell’astronauta, Rosemary Roosa: «Oggi vorrei potarvi in un breve viaggio sulla Luna per spiegarvi cosa sono gli alberi della Luna – ha raccontato Roosemary -. Durante la sua missione guardavano quel che faceva sul megaschermo del controllo missioni. Ascoltavamo lo svolgimento anche da un controllo radio che avevamo in casa. Mia madre scherzava dicendo che era una delle poche donne al mondo che sapeva esattamente dove fosse il marito».
«Uno degli oggetti che porto con sè mio padre era un contenitore con vari semi di alberi provenienti da tutti gli Stati Uniti – ha proseguoto Rosemary -. Questa scatola rimase nel modulolunare. Ricordo che dopo la missione disse che non sapeva cosa sarebbe accaduto ai semi. Vennero messi in quarantena e non era sicuro nemmeno che sarebbero germinati. Ma così accadde, molti vennero piantati per il bicentenario degli Stati Uniti nel 1976. L’anno scorso la Forestale ha iniziato a fare degli innesti e questo che vediamo oggi è un innesto dall’albero lunare originale: un esempio vivente di quello che le persone riescono a fare le persone quando hanno degli obiettivi veri».
«La fondazione Moon Tree è nata per commemorare il volo lunare di mio padre – ha proseguito la figlia dell’astronauta -. Spero che sia una fonte di ispirazione per bambini e per tutti, per guardare e sognare verso le stelle. È un’organizzazione senza scopo di lucro per educare i giovani alla conoscenza lo spazio. Lo scopo e di promuovere l’unità e la pace anche attraverso la posa di questi alberi. Il Parco Pineta è un luogo perfetto per questi alberi lunari, possiamo sperare che i suoi semi possano arrivare ancora sulla Luna. Un piccolo albero per l’Italia ma un albero gigante per l’umanità».
Per ora Tradate è anche l’unica città d’Europa a ospitare un’albero Lunare, ma solo fino a sabato, quando Rosemary Roosa sarà al Cremlino, a Mosca, per donare un’altra pianta. Altri esemplari, nati da quei famosi 500 semi lunari, si trovano già nel giardino della Casa Bianca a Washington oppure in quello dell’imperatore del Giappone.
«Quando abbiamo chiesto di fare questo evento da noi ci credevamo un po’ poco, ma abbiamo trovato delle persone molto sensibili – ha spiegato Roberto Crippa, presidente della Foam13 -. L’osservatorio si trova al centro del Parco Pineta è stata una questione molto importante». Al tavolo dei relatori a illustrare la storia dell’areonautica e soprattutto dell’Apollo 14 erano presenti anche Giuseppe Palumbo, responsabile eventi per la Foam13. «È un evento che da un senso al fare politica – ha aggiunto Mario Clerici, presidente del parco -. Dare un senso all’ente che governo e che vuole dire non solo difendere il territorio ma valorizzarlo per dei cittadini che vivono sempre più attraverso un monitor, che sia una tv o un monitor. Sono orgoglioso di far parte di questo evento».
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