Unione Italiana presenta ricorso al Consiglio di Stato
Secondo la lista che candidava Bruno Tridico alle scorse amministrative la tornata elettorale si è svolta in violazione del principio costituzionale di eguaglianza e di accesso alle cariche elettive. Il Tar aveva respinto il ricorso
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Unione Italiana in merito al ricorso al Consiglio di Stato dopo che il Tar ha respinto il ricorso presentato dalla lista che si è presentata alle scorse elezioni amministrative di Busto Arsizio. Secondo gli esponenti del partito di Librandi le elezioni dei candidati di Unione Italiana sarebbero state falsate da un mancato inserimento dei nomi nei cartelloni elettorali ma il Tar aveva ritenuto fossero troppi i voti di differenza rispetto ai candidati eletti per poter incidere in qualche modo sul risultato finale.
In data 4 ottobre 2011 il Tribunale Amministrativo della Lombardia ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Unione Italiana, finalizzato ad annullare le elezioni amministrative nel Comune di Busto Arsizio, tenutesi la scorsa primavera. Unione Italiana ritiene che tale tornata elettorale si sia svolta in violazione del principio costituzionale di eguaglianza e di accesso alle cariche elettive, in quanto la cancellazione dei nominativi di 5 suoi candidati consiglieri dai manifesti elettorali ha impedito agli stessi candidati di essere noti al corpo elettorale, penalizzando altresì l’intera lista ed il candidato sindaco.
La sentenza pronunciata dal Tar della Lombardia è assolutamente contraddittoria, incongruente e svincolata dalla realtà: non si può sostenere nella prima parte che “l’impugnazione può essere proposta non solo dai cittadini elettori ma anche dai candidati non eletti” – come peraltro riconosce la legge – per poi concludere sostenendo sorprendentemente che tale azione non può essere esercitata da tre ricorrenti in quanto non residenti in Busto Arsizio: la violazione del principio costituzionale dell’eguaglianza nulla ha a che fare con la residenza, poiché si tratta di un bene supremo di natura generale. Oltre a ciò, la stessa sentenza risulta poi inattendibile laddove riporta – in ben due passaggi – che l’errore è stato corretto prima delle votazioni: è noto invece che l’integrazione, relativa per di più ai soli manifesti esposti nelle sezioni elettorali, è avvenuta nel tardo pomeriggio di domenica 15 maggio, ad operazioni di voto già ampiamente iniziate.
Unione Italiana ritiene inaccettabile una sentenza che sembra essere frutto di confusione argomentativa, di superficiale e contraddittoria motivazione ed insufficiente conoscenza dei fatti e di conseguenza è già al lavoro per presentare ricorso al Consiglio di Stato che – così come è già successo per le elezioni amministrative del 2009 di Somma Lombardo – avrà la possibilità di riformare il pronunciamento del Tar Lombardia.
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