“Buchiamo il silenzio sull’apartheid della popolazione palestinese a Gaza”
Il comitato varesino per la Palestina ha organizzato una serata con due rappresentanti del Palestinian Center for Human Rights, una delle organizzazioni palestinesi per la tutela dei diritti umani
Un appuntamento per rompere la «cospirazione del silenzio», quella «cortina che frena nasconde» le informazioni sull’«apartheid della popolazione palestinese a Gaza». È stata questa la finalità del comitato varesino per la Palestina che lunedì 28 novembre ha organizzato una serata con due rappresentanti del Palestinian Center for Human Rights, una delle organizzazioni palestinesi per la tutela dei diritti umani.
Si tratta dell’avvocato Khalil Shaheen e del volontario Mohammed El Zaheem, in questi giorni in Italia proprio per testimoniare quanto accade a Gaza nel giorno della giornata mondiale dell’Onu per la solidarietà al popolo palestinese.
«Siamo qui per incoraggiare gli attivisti italiani e chi vuole occuparsi di diritti umani – spiega l’avvocato Shaheen – perchè servono voci e testimonianze della catastrofe palestinese, proprio come lo era Vittorio Arrigoni, volontario italiano ucciso dal terrorismo. Lui era una di queste voci ed era riuscito a descrivere in modo magico il dramma dell’occupazione della Palestina».
Il Pchr, l’organizzazione di Shaheen e El Zaheem, è un’organizzazione non governativa con base a Gaza City. È un’istituzione no-profit dedicata alla protezione dei diritti umani, alla promozione del diritto e al sostegno dei principi democratici nei territori palesrtinesi occupati. Il centro è stato istituito nel 1995 da un gruppo di avvocati e attivisti palestinesi proprio con lo scopo di difendere la popolazione e fare pressione sulle istituzioni democratiche per promuovere una cultura democratica nelle società palestinesi.
«Dobbiamo far conoscere alla comunità internazionale cosa succede nei territori occupati – spiega Shaheen -, un luogo dove Israele ha instaurato una politica di apartheid e distrutto la convivenza civile, distrutto le case dei civili, bloccato le frontiere a persone, merci e informazoni», fino a denunciare, «un vero e proprio assedio e una volontà di pulizia etnica».
Il lavoro del centro dei due attivisti viene condotto attraverso la documentazione e l’indagine delle violazioni dei diritti umani, fornendo assistenza legale e consulenza ai cittadini che hanno subito abusi.
«Sono circa 1 milione e mezzo le persone che vivono sotto assedio – spiega Shaheem -: Nel 2008 durante l’operazione militare israeliana “Piombo Fuso” morirono1436 persone, tra le quali molti bambini. Lo scorso agosto sono stati uccisi altri 4 bambini e non si contano i feriti di ogni giorno. Adesso Gaza è una città distrutta: 70mila case sono devastate e mancano i servizi primari, in particolare nella rete idrica e nelle strutture sanitarie. E non si può fare niente per ricostruirla perché Israele lo impedisce»·
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