Cassa integrazione o licenziamenti? I lavoratori LSG non ci stanno
La LSG-Sky Chefs, che si occupa di catering per varie compagnie, è entrata in una crisi più profonda dopo l'addio di Lufthansa Italia. Si rischia di perdere 150 posti di lavoro
Si fa calda la vertenza della LSG a Malpensa, dopo l’annuncio dell’azienda di procedere con i licenziamenti a seguito della crisi derivata dalla dipartita di Lufthansa Italia o, in alternativa, di allargare il ricorso pesante alla cassa integrazione. I lavoratori si sono trovati in assemblea nella giornata di mercoledì. "Purtroppo – scrivono Cgil, Cisl e Uil al termine dell’incontro – si è dovuto prendere atto dell’intransigenza aziendale riguardo ad una possibile soluzione condivisa. I lavoratori hanno preso atto che Lsg ha ribadito i concetti espressi dalla prima riunione". Che in sintesi sono: la ferma volontà di mettere 100 dipendenti in cassa integrazione a zero ore per la durata di 24 mesi come principale condizione per il ritiro dei licenziamenti, in aggiunta ad altri 50 lavoratori in cassa, con criterio di rotazione; l’annullamento dell’ultima trance di 200 euro relative agli arretrati del Contratto Nazionale; il congelamento dei futuri adeguamenti retributivi derivati dal rinnovo del CCNL. In particolare la cassa imtegrazione sarebbe un sacrificio insostenibile per i lavoratori LSG-Sky Chefs, che già da anni vedono cassa a rotazione con inevitabile fatica ad arrivare a fine mesi. Lavoratori e sindacati sono dunque uniti nel dichiarare "inaccettabile" la decisione dell’azienda "di riversare solo sui lavoratori il totale peso della crisi aziendale, in spregio ai più elementari principi di equità sociale" e chiedono la cassa integrazione a rotazione.
Per ora, i lavoratori hanno scelto di non alzare il livello dello scontro, almeno fino alla fine della prima procedura di confronto con l’azienda, che si protrarrà fino al 22 novembre. Ma fanno capire che in futuro sono pronti ad iniziative di lotta per contrastare i 150 licenziamenti. E non solo: si contesta radicalmente "il criterio della discrezionalità aziendale nella scelta dei lavoratori da porre in CIGS a zero ore per 24 mesi, come principale strumento di risoluzione della crisi" e si chiede che nel caso di nuovi sacrifici questi debbano essere guidati dal principio di equità". Atteggiamento che anche secondo i sindacati è mancato totalmente in questa prima fase, da parte dell’azienda, che fa parte del grande gruppo Lufthansa.
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