Centro-rifiuti, preoccupazione anche per i camion

In commissione è emerso il problema di come arriveranno a Sciarè le 37mila tonnellate annue di rifiuti da trattare. Gallarate parla di "ridimensionare" il progetto, i comitati cassanesi si fanno sentire

Il Comune di Gallarate s’interroga sul progetto Ricicleco, l’impianto di compostaggio da realizzare a Sciarè al confine con Cassano Magnago. Ed è una preoccupazione condivisa con i cassanesi, visto che alla commissione – riunione "tecnica" ma comunque aperta al pubblico – si è presentata anche una quindicina di cittadini della vicina cittadina, (Comitati Rione Sud e Difesa contro le inondazioni) per ascoltare e per portare qualche elemento in più.

L’assessore all’ecologia Cinzia Colombo ha confermato che oggi l’area in fondo alla zona industriale è classificata in zona di allagamento, mentre non sembrava così nel gennaio scorso quando di fronte al primo esame della pratica era stata indicata dagli uffici come zona non di esondazione.  Lo hanno rimarcato garbatamente anche i cassanesi, intervenendo alla fine: «Quella è zona di rischio R4 e infatti già il Pgt di Cassano Magnago non prevede nessuna edificazione» (per la parte in territorio cassanese, ndr). E invece la Ricicleco ne vorrebbe: quasi 4000 metri quadri di capannone, ma anche altre migliaia di metri quadri pavimentati e, in parte, coperti con tettoie.

Ma la presenza di un’attività in zona di allagamento da parte dei torrenti Rile e Tenore non è l’unico aspetto sotto la lente di ingrandimento: si parla anche, ad esempio, del traffico stradale. «La Ricicleco – spiega l’assessore Cinzia Colombo – nello studio presentato valuta 11 camion al giorno, calcolandoli a pieno carico. Ma bisogna vedere se effettivamente saranno a pieno carico o se invece, arrivando da Comuni e zone diverse non saranno più mezzi». Traffico che – si fa notare – forse non ha nessun impatto sulla circolazione sulla superstrada 336 (a cui fa riferimento lo studio Ricicleco), ma di certo ne avrebbe sulle strade del rione di Sciarè, unico accesso per il centro di compostaggio (si entra da una strada sterrata in fondo alla zona industriale). Su questo aspetto, tutti concordi nel chiedere un approfondimento dello studio.

In effetti, tutte le forze politiche (in commissione non era rappresentata solo la Lega) sembrano più che dubbiose di fronte all’intervento. C’è chi, come Quintino Magarò (Orgoglio Gallaratese), fa un discorso iperlocalista (quasi leghista, per sua stessa ammissione) e dice che Ricileco tiene a Cassano la sede legale e a Gallarate quella operativa. «Come dire: da una parte il water, dall’altra la cacca», sintetizza. Per l’amministrazione comunale Cinzia Colombo dice invece che il progetto – che ha anche aspetti positivi, come il trattamento delle acque reflue in modo migliore rispetto ad oggi- «deve essere approfondito e meglio dimensionato e in una zona che garantisca la sicurezza dei gallaratesi e dei confinanti». Posizione più "morbida" rispetto ai comitati cassanesi (nella foto, le persone intervenute in commissione) che sembrano ribadire che lì non ci deve andare nulla perché è zona di esondazione e di alto rischio, in ogni caso.

«Se si riesce a fare un accordo con Cassano e andare avanti insieme – dice invece Alessio Mazza (SEL) – , ben venga. Il problema che riguarda Cassano non può non riguardare anche i gallaratesi». Del resto, anche l’assessore al territorio cassanese Paolo Aliprandi ha confermato – riferisce Cinzia Colombo – che «una serie di criticità sono condivise anche da Cassano Magnago». E se oggi si parla di traffico e odori molesti (altro tema sollevato e già "sentito" in passato), c’è chi vede un futuro diverso, come Vincenzo D’Ambrosio di Città è Vita che ha proposto – per ora genericamente – di ridare dignità alla zona verde tra Cassano e Gallarate facendone un parco urbano «sfruttando solo le strade agricole esistenti».

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Pubblicato il 10 Novembre 2011
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