Giardini Gentile: i ragazzi del Cairoli bocciano il Comune
Studenti in sciopero davanti ai giardinetti freschi di intitolazione. La scelta dell'amministrazione ha dato il via a un movimento dai molteplici risvolti
Contro Gentile. Ma anche contro lo stato di abbandono in cui versa la palestra e altri istituti cittadini. E persino contro la crisi mondiale dettata dall’ingordigia dei mercati finanziari.
Gli studenti del liceo classico di Varese non sono entrati in classe questa mattina, martedì 15 novembre. In seguito all’intitolazione dei giardinetti a Giovanni Gentile da parte dell’amministrazione comunale, i rappresentanti di istituto hanno deciso di dare un segnale preciso a Palazzo Estense: « Non mettiamo in dubbio il valore culturale di Giovanni Gentile – ha spiegato Stefano, uno dei promotori della protesta – ma il suo ruolo all’interno del regime fascista e la sua inattività davanti alle leggi razziali, davanti all’epurazione di studenti e professori dalle scuole statali, lo rendono molto discutibile. Un’intitolazione da parte di un ente rappresentativo come il Comune dovrebbe unire e non dividere».
A dare supporto ai ragazzi è arrivato anche Angelo Chiesa, segretario provinciale dell’Anpi. Sin dall’inizio il movimento partigiano ha espresso solidarietà alla forma di protesta scelta dagli studenti del Cairoli: « Quello che ci dà più fastidio – ha raccontato Angelo ai ragazzi – è la targa che hanno scelto di mettere. Si legge "assassinato" quando per nessuno dei nostri caduti si è voluto utilizzare un termine di così forte contrasto. Andate, ragazzi, andate in via Dei Boderi dove è caduto il nostro comandante. Nel cippo è scritto solo "partigiano"».
Al di là dell’ideologia, i ragazzi non sono entrati in classe anche per protestare contro il modo di impiegare i soldi pubblici: « Sono tanti i problemi delle scuole a Varese – ha spiegato un altro dei promotori – non solo al classico, ma anche al Manzoni o all’itis….».
Una protesta che voleva essere anche un segnale preciso: « La scuola è importante ma non è tutto. Essere qui, oggi, vuol dire occuparsi del proprio futuro. Vuol dire cercare e coltivare un dialogo che riguarda noi ragazzi tutti. Anche quelli che oggi sono in classe»
Ideologia e concretezza: un’anima duplice che, però, ha provocato vivaci discussioni all’interno della popolazione studentesca cairolina. Fuori dai cancelli, infatti, solo una parte dei ragazzi del Cairoli si è fermata. Tutti gli altri in classe anche per protesta. Per contestare le modalità organizzative di questa mattinata dal doppio volto.
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