In aeroporto il primo pavimento che si mangia lo smog
Sono 18.000 metri quadrati trattati con “Coverlite”. Si tratta si un prodotto innovativo che viene sperimentato attraverso un progetto pilota nell’area degli arrivi del Terminal 1
La lotta allo smog si combatte anche dalla strada: con una nuova pavimentazione in grado di abbattere l’inquinamento. Si tratta si un prodotto innovativo che viene sperimentato attraverso un progetto pilota nell’area degli arrivi del Terminal 1 di Malpensa.
Sono 18.000 metri quadrati trattati con “Coverlite”, una microemulsione polimerica a base d’acqua additivata con biossido di titanio. Il prodotto, applicato con una tecnica a spruzzo, penetra nelle macro e micro rugosità della pavimentazione, conferendo caratteristiche fotocatalitiche antismog. Il funzionamento è molto simile al processo della fotosintesi clorofilliana. In pratica il biossido di titanio, con l’azione dei raggi UV del sole provoca le reazioni di trasformazione dei gas inquinanti in Sali.
La novità è stata presentata a Milano da Sea e dall’amministrazione comunale.
“Siamo il primo gestore aeroportuale – ha dichiara Giuseppe Bonomi, Presidente di SEA – ad aver voluto la sperimentazione di questa soluzione innovativa nel combattere l’inquinamento, con una precisa preoccupazione anche per quanto avviene fuori dall’aeroporto. Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti che ci fanno valutare positivamente la scelta fatta per migliorare la qualità dell’aria e dunque del nostro ambiente”.
L’azione fotocatalitica è quantificabile e determinabile e i risultati dimostrano una notevole efficacia. Per la misurazione sono state eseguite due distinte valutazioni: una direttamente sul luogo e l’altra in laboratorio. Il monitoraggio in sito verifica la concentrazione dei gas inquinanti presenti nell’ambiente in prossimità dell’intervento. Per la rilevazione sono state utilizzate due stazioni mobili dotate di strumentazione per il monitoraggio dei parametri meteorologici, di analizzatori degli inquinanti, di sistemi di controllo e acquisizione dati.
Lo scopo è di stimare l’effetto sulle concentrazioni degli ossidi di azoto dopo l’applicazione del trattamento nell’area arrivi del Terminal 1. Il periodo di monitoraggio è stato di 8 settimane, di cui 4 settimane prima del trattamento – come base di riferimento – e 4 dopo per la valutazione degli effetti. I risultati hanno evidenziato l’effettiva riduzione di concentrazione medie sul luogo pari a un abbattimento del 9% degli ossidi d’azoto, dato costante e duraturo nel tempo.
Contemporaneamente si è proceduto alla rilevazione di campioni prelevati durante le fase di spruzzatura e verificati presso il Laboratorio Sperimentale Stradale della Sezione Infrastrutture Viarie del D.I.I.A.R. Politecnico di Milano, secondo la procedura prevista dalla Norma in vigore. Si è trattato di rilievi campione della pavimentazione trattata superficialmente con Coverlite. L’indice di abbattimento degli ossidi d’azoto è stato mediamente del 43%.
“Siamo rimasti piacevolmente colpiti dai risultati della sperimentazione: questo trattamento degli asfalti consente un efficace abbattimento di pericolosi inquinanti. – osserva Andrea Poggio, Vicedirettore Generale Legambiente – È la prima volta che un prodotto “fotocatalitico” si sottopone a valutazioni sul campo, simili a quelle che si verificano nella gran parte delle strade urbane. Un abbattimento dell’ordine di grandezza del 10%, non consente solo di eliminare l’inquinamento di troppo, ma potrebbe aiutare sensibilmente a rientrare nei limiti di qualità dell’aria richiesti dall’Europa. In futuro si costruirà diversamente da quanto si è fatto fino ad oggi, anche le strade!”.
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