L’assessore Binelli: “Vogliono il cemento, come negli anni 80”

Dopo l'attacco dell'ex vicesindaco Ermolli del Pdl, che lo accusa di immobilismo, il politico leghista ribatte che la città non ha più bisogno di nuove case ed evoca i "fasti" del pentapartito

E’ la crisi o è l’immobilismo del comune che stanno distruggendo le aziende edilizie a Varese? L’ex vicesindaco del Pdl Giampaolo Ermolli sostiene sia tutta colpa della politica della giunta (che è della sua stessa maggioranza). L’assessore al territorio, il leghista Fabio Binelli (bersaglio delle critiche del dirigente Pdl ) lo smentisce invece su tutta la linea

Che succede Binelli, è lei il problema?
«Non vedo come si possa porre adesso un problema del genere, il mio partito mi ha candidato sulla base della mia posizione molto netta sulla conservazione del territorio e i voti li ho presi per quello, dunque…».

Ma Ermolli dice che gli assessorati lavorano male, anche lei si è lamentato di alcuni documenti che hanno rallentato il pgt.
«I documenti di cui parlavo non vengono dai miei uffici, ma dai consulenti del pgt, una società veneta che qualche volta ha male interpretato alcune indicazioni. Negli assessorati ci sono molte professionalità valide».

La sua politica sull’urbanistica è immobilista?
«Ho l’impressione che la posizione di Ermolli sia più estremista di quella dei costruttori, che non hanno mai posto la questione in questi termini. Ma chiunque va in giro per Varese si accorge degli immobili in vendita, o in affitto, che rimangono vuoti per parecchio tempo. La crisi esiste e la stessa situazione la si trova in tutti i comuni. La visione di Ermolli è limitata a chi vuole sollevare una polemica a livello locale. In termini generali, la situazione di crisi, evidenzia che, nei fatti, l’edilizia è un settore maturo, e quindi andrà incontro a un progressivo ridimensionamento, lasciando spazio a quelle aziende che sapranno muoversi in campi come quello del recupero. Perché non va dimenticato che l’opinione pubblica è orientata con favore al recupero, sempre di meno invece alla nuova edificazione».

E le politiche per dare una casa a prezzo più umano ai giovani?
«Quello che alcuni propongono altro non è che la versione aggiornata degli anni Ottanta, ovvero acquisizione di terreni, assegnazione a cooperative edilizie, per realizzazione di case. E n on ha dato risultati urbanistici entusiasmanti. Molti dei problemi della città dipendono da quelle scelte, spesso in zone poco idonee. Ma comunque, di aree di questo tipo, non ce ne sono più, a meno che si voglia intaccare quei residui di polmoni naturali rimasti a Varese».

La critica è che i ricchi la casa ce l’hanno già, i poveri vanno invece aiutati.
«Vanno mantenuti i polmoni verdi. Sono proprio i poveri che ne hanno bisogno, perché non hanno i giardini nelle ville come i ricchi. Gli spazi verdi sono una necessità della popolazione comune. Per questo la nostra politica è quella di dire, l’edilizia convenzionata va fatta nelle aree dismesse. Lui la contesta, ma continuerà a essere il nostro punto di riferimento anche nel nuovo Pgt. Non ci sono margini per fare nuovi quartieri come li immagina Ermolli».

Mantenere il verde, già, ma in questi giorni si è parlato di nuovi palazzi all’ippodromo.
«In realtà le scuderie andranno a esser dismesse, il privato chiede di recuperarle a edilizia residenziale. Non necessariamente lo faremo, prima vogliamo verificare l’effettiva fattibilità. Anche in quel caso è una zona però già edificata».

Tornando all’edilizia, si dice che porti sviluppo se fatta bene.
«Lo sviluppo si ha quando nel territorio si ha produzione, quindi quando hai attività agricole e produttive che creano ricchezza. L’attività edilizia amplifica l’effetto di uno sviluppo economico, perché c’è bisogno di case e uffici. Quando non c’è la componente produttiva tutto questo viene a svuotarsi».

E’ solo speculazione?
«No, non dico questo. Vedo un elemento imprenditoriale ma non produttivo in senso stretto perché se non c’è una economia che funziona è inevitabile che l’edilizia non possa compensare le carenze degli altri settori. Inoltre non c’è più la dinamica demografica degli altri anni. Il pgt sarà tarato anche sul fatto che la popolazione non aumenta, dunque è ovvio che non ci sarà bisogno di nuove case»

Con il Pdl è l’inizio di turbolenza politica?
«Mi auguro di no, nelle riunioni di maggioranza non è stato mai posto il tema in forma polemica, sarebbe un peccato per la città».
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Novembre 2011
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