“Nello Spazio che strano vedere la Terra a testa in giù”
Cinema Grassi gremito di persone per accogliere l’astronauta italiano che è stato per sei mesi sulla stazione spaziale orbitante
Un cinema Paolo Grassi gremito di persone ha accolto l’astronauta Paolo Nespoli a Tradate. La serata, che si è svolta lunedì 21 novembre, è stata organizzata dal Gruppo astronomico tradatese e ha visto protagonista l’uomo che per sei mesi è stato sulla stazione spaziale internazionale orbitante. «È stata una serata memorabile, sotto ogni punto di vista – commentano soddisfatti dal Gat -. Lui, l’astronauta italiano più famoso nel mondo, è stato assolutamente all’altezza delle aspettative, deliziando il pubblico con il racconto in gran parte inedito della sua avventura di sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale».
All’inizio della serata il Sindaco Stefano Candiani ha fatto firmare all’ospite il Libro d’ Oro dei personaggi celebri. Per contro il GAT ha fatto dono al Comune di una gigantografia ripresa da Nespoli in orbita, sulla quale l’astronauta ha scritto di suo pugno una dedica al Comune di Tradate. Giuseppe Palumbo del Gat ha offerto a Nespoli un regalo ‘filatelico’ con francobolli dedicati a Gagarin e Schiaparelli, accompagnato da una moneta del 1861). Molto apprezzati da Nespoli anche il dono, da parte di Cesare Guaita, presidente del Gruppo, dei suoi due volumi sulla ricerca della vita nel Cosmo.
Subito dopo è iniziato lo show dell’astronauta, con la proiezione sullo schermo gigante del cinema di una lunga serie di immagini di come si vive nella stazione spaziale. «Appena entrato nella Stazione Spaziale mi sono meravigliato nel vedere gli astronauti lì a testa in giù – ha raccontato Nespoli -. Ben presto però loro mi hanno fatto capire che ero io a testa in giù».
Sembra che ci voglia almeno un mese per abituarsi alla vita di bordo: «Quando mangiavamo, se non stavamo attenti le posate volavano via; oppure, se tenevamo strette le posate, volavano via le scatolette». Nespoli ha pure parlato del momento di massima tensione dei suoi sei mesi spaziali: «Mi emoziono difficilmente, altrimenti non farei l’astronauta, ma il mio cuore è salito fino a 150 battili al minuto, quando ho dovuto afferrare con il braccio meccanico di bordo un cargo di strumentazioni inviatoci dai Giapponesi e del valore di molte decine di milioni di dollari. Se sbagliavo qualche mossa, come facevo a dire ai Giapponesi che avevo perso il loro prezioso carico?»
Dal punto di vista fisico in orbita ci sono grossi problemi per la vista: «In assenza di peso i fluidi del corpo comprimono il nervo ottico e la visione si fa così difficoltosa che è indispensabile usare degli occhiali. Tornato a Terra il problema per me è sparito completamente, ma per altri miei colleghi si è trasformato in un deficit permanente». Ma quello che, forse, ha maggiormente affascinato il pubblico sono state le meravigliose immagini della Terra che Nespoli ha ripreso in ogni momento, sia di giorno sia di notte. «Le strutture umane sono quasi impercettibili e dall’ orbita la Terra sembra una meravigliosa oasi azzurra. Quando, però, si fanno osservazioni notturne, tutto cambia – ha raccontato -. Il momento più terribile, per me, è stato quello dell’atterraggio nelle steppe del Kazakistan, a bordo della navicella russa Soyuz. Non avrei mai immaginato che quello che i Russi definiscono ‘atterraggio morbido’, è in realtà equivalente all’impatto di una 500 contro un Tir, con noi che eravamo nella 500».
La lunga serata si è completata per Nespoli con una incredibile fatica supplementare: quella di dover firmare centinaia e centinaia di autografi, in una immensa fiumana che si è esaurita solo dopo mezzanotte. «Nonostante che l’ astronauta fosse molto stanco era arrivato dall’America solo poche ore prima – raccontano soddisfatti dal Gat -, è stato di una pazienza e di una gentilezza squisite, mostrando di essere un grande personaggio non solo nello spazio ma anche sulla Terra».
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