Non solo sport: il mondo disabile sul palco a 360 gradi
È riduttivo parlare di attività sportive nel gran gala andato in scena al "Vela" lunedì sera. Il ballo, la musica, gli sguardi e i sogni sono il contorno di una serata indimenticabile
Hai voglia a parlare di sport disabile, dopo il gran gala organizzato al cinema teatro Vela e intitolato "Cambio di passo". Già, perché lo sport, detto così in modo generico, è solo un frammento di questo universo che troppo spesso viene ignorato, o semplicemente resta nella sfera delle "cose che ci sono ma di cui non si parla". E invece la bellezza della serata fondata e magistralmente diretta da Roberto Bof – uno che può permettersi di prendere tutti in giro, bonariamente, visto il rapporto che ha creato in tanti anni di lavoro – è proprio questa, mostrare a tutti il mondo dei ragazzi disabili che fanno sport, senza pregiudizi, senza filtri, senza… differenze con quello che viene fatto con gli atleti professionisti (foto di Andrea Biganzoli).
E così accanto allo sport fioriscono il ballo dei ragazzi dell’associazione "+di21" che ha aperto la serata sulla musica di "La bella vita" di Jovanotti, o la musica composta e cantata da Luca "Kino" Maraffio che ha sfidato i pendii innevati ed è stato tra i pionieri dello sci alpino in carrozzina. E poi ci sono le voci (Bof ha giustamente riproposto quella, indimenticabile, di Paola Grizzetti mentre i suoi canottieri andavano a vincere l’oro alle Paralimpiadi), gli sguardi, i muscoli tesi, gli abbracci che hanno riempito i video proiettati sullo schermo del Vela. Filmati che hanno mostrato imprese impensabili anche per la maggior parte dei normodotati, come quelli di Oliviero Bellinzani che dopo l’amputazione ha scalato una lunga serie di "Quattromila" come pochi altri.
E il gala "del Bof" (che è supportato nell’organizzazione dall’Associazione Sestero creata con Sergio Gianoli e Stefano Zanini) è diventato non da oggi anche il momento in cui i sogni si avverano. Dodici mesi fa il conduttore chiudeva la serata con un pallone da pallacanestro in mano e il desiderio di riavere in città una squadra di basket in carrozzina. Un anno dopo la squadra si è presentata sul palco, grazie all’intervento determinante della Pallacanestro Varese e del consorzio "Varese nel cuore". Mancava Giorgio Pedraccini, uno dei fondatori dell’Handicap Sport Varese, ma la sua maglia biancorossa numero uno lo raggiungerà insieme all’eco dell’applauso che gli è stato tributato.
L’applauso, battendo le mani o agitandole sopra le spalle alla maniera dei sordomuti, è da sempre uno dei punti fermi del gala dello sport disabile. Perché non si può fare a meno di applaudire le storie che vengono portate sul palco. Qualche esempio? La "squadra di donne" formata da mamme, sorelle e volontarie premiata a inizio serata e "allenata" da tre personaggi del calibro di Rolando Maran, Devis Mangia e Giuseppe Sannino e accompagnata da due campionesse della Yamamay capolista come Francesca Marcon e Valeria Caracuta; il gruppo dell’unità spinale dell’Ospedale Niguarda, quelli di Malnate Sport e Vharese, i ragazzi della Freerider Sport Event che si occupa di sci insieme agli istruttori della Polizia e tanti altri ancora. In platea campioni e dirigenti dello sport professionistico, per una volta spettatori insieme a un (ristretto…) gruppo di politici. Chiusura per la "Pedala con i campioni" dell’8 dicembre: il prossimo momento in cui la parola solidarietà sarà più forte di tutto il resto.
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