Prime risposte per i profughi gallaratesi
Alcuni dei ragazzi scappati dalla guerra hanno vista respinta la domanda, altri hanno ottenuto l'asilo politico. Chi attende risposta rimarrà al massimo per un anno. E intanto iniziano a occuparsi di alcuni lavori per il Comune
Alcuni torneranno nel loro Paese, altri cercheranno di costruirsi una vita in Italia. I profughi arrivati dalla Libia – la maggior parte di loro – resteranno in città ancora per alcuni mesi, il termine ultimo sarà il 31 dicembre 2012. Ma in realtà molti avranno prima un responso sul loro futuro: in Villa Calderara i ragazzi africani e asiatici stanno già ricevendo la risposta alle richieste di asilo presentate. Una decina di loro (in particolare i pakistani, tranne uno) hanno visto respinta la domanda e quindi hanno ricevuto un decreto di espulsione (ma molti hanno fatto ricorso al Giudice di Pace). Altri, invece, hanno visto il riconoscimento del diritto d’asilo: tra loro c’è, ad esempio, anche il calciatore Abdoul Diaby, per cui si sono attivate anche alcune squadre interessate a farlo giocare. Bisogna considerare che tutte le persone coinvolte non sono libici, quindi la loro situazione non è strettamente legata alla guerra in Libia ormai chiusa, ma alle condizioni nei loro Paesi d’origine (Africa occidentale, Eritrea, Pakistan)
Si tratta, in ogni caso, di ragazzi che fanno parte del primo gruppo arrivato a Gallarate a luglio. L’altro piccolo gruppo (una mezza dozzina) giunto a settembre è invece appena all’inizio del percorso per il riconoscimento, non essendo stati neanche convocati per le formalità: la decisione sui loro casi arriverà probabilmente alla fine dell’inverno. Per questa ragione è stato prolungato il periodo in cui il Comune di Gallarate gestisce la permanenza dei profughi: la data massima è ora indicata al 31 dicembre 2012.
Dai prossimi giorni i ragazzi africani – che fin dai primi giorni si erano impegnati nel recupero di Villa Calderara – saranno impegnati anche in piccole manutenzioni e lavori per il Comune: inizieranno ridipingendo la recinzioni di alcune scuole elementari.
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