“Terza pista, un pessimo affare per Milano”
Legambiente scrive a Pisapia e alla giunta
"Il Comune di Milano vuole valorizzare la Sea, ma la società aeroportuale ha una palla di cemento al piede: un piano d’investimenti da buttare e un management ridondante che si ostina a far volare sogni e appalti inutili. Occorre cambiare aria". Questo in sintesi il contenuto della lettera aperta inviata oggi da Legambiente al sindaco e alla Giunta della città di Milano. Infatti, mentre il traffico aereo a Malpensa è in discesa libera (-4,9% i voli, -1,5% le merci e -2,3% i passeggeri rispetto al mese di ottobre dello scorso anno), SEA continua a muovere le sue pedine per un masterplan di investimenti aeroportuali da 1,3 miliardi di euro, che prende a pretesto la terza pista dell’aeroporto, di cui nessuno, a partire dalle stesse compagnie aeree, sente veramente il bisogno. Secondo Legambiente sono il piano di investimenti e il management in esubero i veri ostacoli all’allargamento della partecipazione alla gara per la vendita delle azioni SEA.
«A cosa serve mantenere il controllo pubblico di una Sea il cui maggior azionista, il comune di Milano, ha approvato acriticamente un masterplan aziendale che dissangua le casse dell’impresa pubblica? – si chiede Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambente – Anche la più scalcinata gestione privata in questa fase di crisi finanziaria, di rallentamento della domanda e con lo scalo della brughiera sottoutilizzato, non appronterebbe un investimento colossale come questo, che comporta un aumento delle tariffe, sia per le compagnie aeree che per i passeggeri, ed una ferita ambientale senza precedenti nel parco del Ticino».
La terza pista è secondo le associazioni ambientaliste e altre voci un pretesto per condurre in porto un’operazione speculativa, per forzare le regole del Parco del Ticino e poter così costruire una distesa di capannoni in un’area vastissima, grande quanto 5 volte la Fiera di Milano, ovvero 3,3 milioni di metri quadri, attualmente coperti di boschi e brughiere pregiate. "SEA intende realizzare a Malpensa il più grande disboscamento mai attuato in Italia dal dopoguerra ad oggi, mentre la pianura padana soffoca nel cemento e nello smog – rileva Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – la SEA continua ad inseguire un sogno speculativo che è superato dalla crisi finanziaria e dal declino dello scalo. Un sogno che, se venisse perseguito, verrebbe stoppato dalla UE: se il Comune di Milano vuole davvero far decollare le quotazioni di SEA, deve concentrarsi sulle vere priorità della gestione aeroportuale, non sul cemento".
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