Bici in stazione: sai quando la lasci ma non se la ritroverai
Furti e atti vandalici si moltiplicano contro le biciclette parcheggiate dai pendolari davanti alla stazione nord. Da qui la proposta di un lettore di “un’area controllata” mentre il servizio di bike sharing rimane incagliato
Giacciono lì, appese a qualche palo, con ancora il lucchetto ben chiuso in attesa che la ruggine le consumi completamente. Sono le biciclette dei pendolari della stazione Nord vittime di furti e atti vandalici. In realtà, parlare di biciclette è un po’ eccessivo. Spesso si tratta semplicemente di telai da cui le ruote, il sellino, il manubrio, la catena e tutto quanto possa essere prelevato è stato portato via. Bici abbandonate al loro inesorabile destino dai proprietari che, tornati da una giornata di duro lavoro o intenso studio, si sono ritrovati a piedi. Ma se di bici vandalizzate se ne trovano molte, le bici “sparite nel nulla” sono molte di più. Mezzi che, legate al mattino, alla sera sembrano sparite nel nulla. Numeri precisi su quante siano queste biciclette rubate non ce ne sono, ma basta parlare con qualche pendolare per rendersi conto che si tratta di un fenomeno piuttosto significativo.
E per questo si corre ai ripari. Chi va a prendere il treno in stazione lo fa con bici molto vecchie, di bassissimo valore economico e le assicura a pali o rastrelliere con pesanti lucchetti molto spessi (forse più costosi della bici stessa). Ma ogni volta che, al mattino, la chiave gira nella serratura il pensiero è sempre uno: «chissà se ci sarà anche alla sera?».
Proprio questo dubbio spinge in molti a lasciare a casa la due ruote per scegliere altri mezzi, solitamente l’auto. Un nostro lettore ci scrive che «se avessi questa sicurezza (di ritrovare la bicicletta, ndr), mi recherei in stazione con le due ruote e se lo facessero altre persone, ne trarrebbero giovamento il traffico, la qualità dell’aria che respiriamo, il portafogli e il proprio stato di forma». E per questo lancia la sua proposta al consiglio comunale: «la messa a disposizione di una struttura che consenta l’ingresso e l’uscita soltanto tramite tessera magnetica ottenibile tramite il pagamento di una sorta di abbonamento (auspico di modesto importo)».
In realtà, oggi un parcheggio delle biciclette nella stazione esiste già. Una zona con numerose rastrelliere coperte da portici che però sono sempre inesorabilmente vuote. Questo perchè l’area si trova in una zona piuttosto isolata, senza sistema di video sorveglianza, e chi parcheggia lì il suo mezzo ha la certezza (quasi) matematica di salutarlo per sempre. I ciclisti preferiscono quindi lasciare i propri mezzi davanti alla stazione, sperando che il flusso di passeggeri in entrata e uscita dalla fermata scoraggi i malintenzionati. Ma neanche questo basta.
Forse, però, all’orizzonte si prospetta anche un’altra soluzione potrebbe alleviare le sofferenze dei pendolari a due ruote: il servizio di bike sharing. Peccato che, stando alle parole dell’assessore Luciano Lista, per le postazioni delle biciclette pubbliche in città «se ne riparlerà solo da marzo». Non rimane quindi che affidarsi al destino e sperare che il lucchetto vinca contro le lame delle cesoie.
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