“È un ecomostro”. Mille firme contro il capannone dell’Altinada
L'edificio in costruzione ai piedi della collina di San Quirico non piace ai cittadini che hanno dato vita a un comitato e raccolto le firme in segno di protesta
Mille firme per dire "no al capannone dell’Altinada", un edificio in costruzione sorto nell’area racchiusa tra la Rocca di Angera e la collina di San Quirico. La petizione, presentata da un comitato di cittadini "Difendiamo l’Altinada, un bene comune" e sostenuta da tutti i consiglieri comunali di minoranza, ha raccolto in poco tempo moltissimi consensi. Nella mattina di ieri gli angeresi hanno potuto sottoscriverla: i promotori erano presenti con tavolino e fotografie tra i banchi del mercato del giovedì. Quello che è stato ribattezzato "ecomostro sotto la Rocca" è un fabbricato commissionato dall’attuale assessore al commercio Fabio Ponti e del quale l’amministrazione comunale e il sindaco Magda Cogliati hanno sempre ribadito «il totale rispetto delle norme e delle autorizzazioni». «Ma non è questo il punto – dice Giampiero Pastorelli, portavoce del comitato cittadino -. Quella è una zona residenziale, non un’area industriale. E poi, perché non è stato pensato in modo da essere meno impattante. Un capannone di più piani di quelle dimensioni è un pugno in un occhio rispetto al contesto. Ed è per questo che noi cittadini siamo così arrabbiati. Indipendentemente dal fatto che il fabbricato abbia o meno i permessi necessari, noi vogliamo manifestare tutto il nostro dissenso. Perché è stato costruito un capannone tra le case? Abbiamo visto sorgere un cubo di cemento in un’area dalla valenza paesaggistica unica. Ora prendiamo atto che il capannone è stato fatto ma chiediamo almeno che sia reso il meno impattante possibile».
Il comitato ha ottenuto il pieno sostegno del gruppo unito di minoranza, formato dai consiglieri Alessandro Molgora, Alfredo Diano, Eraldo Oggioni e Marco Brovelli. «Oggi non siamo qui in veste di politici – ha spiegato Oggioni – ma per metterci a disposizione di un gruppo di cittadini penalizzato da un’imposizione dell’amministrazione. Porteremo avanti la loro battaglia in consiglio comunale e nelle sedi che ci competono. Come prima cosa chiederemo le dimissione del presidente della commissione paesaggistica che ha autorizzato la costruzione dell’edificio». «Questa vicenda deve essere chiarita anche sotto altri punti di vista – ha aggiunto il consigliere Molgora -. Il capannone è dell’assessore mentre il progetto fa riferimento allo studio di architettura dove lavora l’attuale vice sindaco. Forse sarebbe opportuno approfondire anche questi rapporti».
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