Gli industriali: “Buon inizio, gli interventi da fare sono ancora tanti”
Giovanni Brugnoli (presidente di Univa): «Questa volta, il sapore è diverso. Come è stato diverso lo stile nel presentare una manovra dura: con chiarezza, senza giri di parole»
«La manovra del Governo Monti? Un apprezzamento e un incoraggiamento ad andare avanti». Così Giovanni Brugnoli, commenta la manovra appena varata dal governo tecnico. Un inizio apprezzabile, dunque, secondo il presidente dell’Unione industriali della provincia di Varese, ma anche un monito a proseguire nell’opera di "salvataggio" del Paese. «Gli interventi da fare sono ancora tanti – continua Brugnoli – per arrivare ad eliminare le tante incrostazioni che nel tempo si sono stratificate nel nostro Paese, fatte di privilegi, di bizantinismi e addirittura di riforme gattopardesche. Questa volta, il sapore è diverso. Come è stato diverso lo stile nel presentare una manovra dura: con chiarezza, senza giri di parole».
Un passo in avanti importante, quello del Governo Monti, perché punta alla stabilità del Paese nel lungo periodo. «Anche se l’urgenza di stabilizzare la finanza pubblica – spiega il presidente di Univa – ha reso necessarie ulteriori manovre sul lato delle entrate, è indubbio che ci troviamo di fronte ad alcune misure finalmente strutturali, quelle cioè indispensabili per evitare in futuro la continua rincorsa di una stabilità che non potrebbe mai dirsi raggiunta se si facesse sempre e soltanto leva su misure contingenti. Accanto a tali misure, altre ve ne sono finalizzate a ridare impulso alla crescita economica, che è la vera condizione per assicurare un futuro al Paese, all’occupazione e allo stesso welfare. Pur nei limiti imposti dalle ristrettezze di bilancio, qualche segnale c’è ed è importante, anche sotto il profilo psicologico, per chi ha la responsabilità di guidare le imprese in questo momento di particolare difficoltà dell’economia mondiale».
Gli obiettivi, secondo Brugnoli, nel proseguio sono tre: «Il primo è quello di superare le disparità che esistono ancora tra l’Italia e gli altri Paese europei più avanzati, sotto il profilo normativo. È ormai di tutta evidenza infatti che le difficoltà della moneta unica dipendono anche dalle diversità, tuttora esistenti, tra l e economie reali presenti nelle diverse aree del Continente. L’armonizzazione delle condizioni nelle quali i fattori dell’economia operano, è pertanto una condizione essenziale per superare le difficoltà dell’euro e per rilanciare quell’ideale di unità concepito per dare una prospettiva di pace e di sviluppo a tutte le genti d’Europa. Il secondo obiettivo deve essere quello dell’emersione del sommerso. In prospettiva, non si potrà infatti contare ancora sulla possibilità di accentuare la pressione fiscale per far quadrare i conti. La lotta all’evasione, che nel presente provvedimento fa leva sulla riduzione della soglia per le transazioni con sistemi diversi dal contante, dovrà poggiare su pilastri e mezzi adeguati, se si vuole che l’Italia diventi finalmente una moderna democrazia anche sotto il profilo della distribuzione della ricchezza. Il terzo obiettivo è quello di introdurre ulteriori correttivi finalizzati a contenere i costi di funzionamento della macchina statale».
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