I “pellegrini del Tosi” tornano convertiti dalla Terra Santa
I 10 studenti del liceo che sono partiti per la Terra Santa raccontano la loro esperienza. Per alcuni quel viaggio ha significato il ritorno a credere in Dio
Sono tanti i pellegrini che, ogni giorno, partono per la Terra Santa. Qualche settimana fa, agli inizi di novembre, tra questi viaggiatori ci sono stati anche 10 studenti del liceo Tosi e un docente dell’istituto, il professor Moscheni. Hanno accompagnato malati, disabili ed anziani in un viaggio sponsorizzato dall’OFTAL che ha cambiato le vite di alcuni di loro. In scenari suggestivi come Gerusalemme, Nazareth, Betlemme «si respira un’aria strana, c’è un’energia particolare che ti avvolge» raccontano i ragazzi al ritorno. «Sono partito con un certo tipo di idee e sono tornato pensando completamente l’opposto» racconta Alfredo Solbiati di 4E. A lui fa eco Sabina Colombo che «pur non credendo» in Palestina ha respirato «un’aria completamente nuova e ho visto anche una chiesa molto diversa dalla nostra».
Ma questi 10 giorni in Terra Santa hanno avuto anche effetti ben più profondi su alcuni ragazzi. Denis Lombardo ha ricominciato a credere in Dio. «Ero ateo da 4 anni -racconta il ragazzo- perchè vedendo ciò che mi circondava, non potevo credere che ci fosse un Dio che permettesse questo» ma ha deciso comunque «di andare a vedere “lì dove tutto è iniziato”». Quella settimana «è stata fisicamente pesante, ma lo è stata ancora di più per il mio cuore: vedevo tutto quello in cui credevo che lentamente crollava». Denis ha partecipato a tutte le messe, a tutti gli incontri e una volta tornato sembrava che tutto procedesse come sempre. Ma è stato la sera dopo il ritorno che «un grande senso di tristezza mi ha avvolto e ho sentito il bisogno di pregare».
Quello che hanno affrontato i ragazzi del Tosi è stato quindi un viaggio molto importante dal punto di vista spirituale ed umano che ha avuto però pochi risvolti sul piano politico. Anche se più volte i ragazzi hanno dovuto attraversare i check point del muro che divide israeliani e palestinesi, della questione che insanguina da decenni quelle terre gli studenti non è che abbiano capito più di tanto. «E’ stato fatto un incontro con un Padre Gesuita che ha raccontato la storia della vicenda» spiega Maurizio Moscheni, che ha accompagnato i ragazzi ma «si è trattato solo di un’infarinatura». Una cosa però è chiara a tutti: «il conflitto si percepisce chiaramente».
Il dirigente scolastico del Tosi Giulio Ramolini, tuttavia, rimane entusiasta dell’iniziativa. «Quando il professor Moscheni mi ha prospettato l’iniziativa, ho subito mostrato il mio entusiasmo» racconta il dirigente perchè «il mio obiettivo è quello di formare uomini». Ramolini ammette però di aver dovuto combattere contro «resistenze di alcuni docenti miopi che identificano ancora il successo scolastico con le ore di lezione curricolari».
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