Il procuratore Grigo: “Non portiamo tutti i detenuti ai Miogni”

Il magistrato si è recato in carcere con il vescovo vicario Luigi Stucchi e ha spiegato le misure concrete e di buon senso che i giudici prendono ogni giorno

Il carcere di Varese è «obsoleto» ma i giudici cercheranno di non ingolfarlo e stanno già lavorando per distribuire su tutti i penitenziari lombardi, gli arrestati, nell’ambito di operazioni di polizia giudiziaria: «E’ la nostra attenzione – spiega il procuratore capo Maurizio Grigo – ho visitato ieri il carcere dei Miogni, insieme al vescovo vicario Monsignor Luigi Stucchi, e ho riscontrato personalmente che la struttura è davvero antiquata. Quello che io posso fare è, da un lato, segnalare in tutte le sedi la necessità di una struttura più adeguata. Ma non solo. Concretamente, tutti i giorni, possiamo chiedere di dislocare i nuovi detenuti anche in altri carcere della Lombardia. Dobbiamo agire di concerto con i gip, e laddove sia possibile portare le persone soggette a restrizioni in altre strutture, confrontandoci anche con l’amministrazione penitenziaria e le forze dell’ordine Quello che possiamo fare adesso è evitare di mantenerlo sovraffollato».
La visita ai Miogni è stata capillare: «Abbiamo girato per l’intera struttura e ho riscontrato molta umanità. E’ molto vivo il volontariato e vedo una voglia di far vivere al meglio possibile i detenuti».
Alla visita erano presenti il direttore Gianfranco Mongelli e il cappellano don Marco Casale, che da mesi ha chiesto maggiore attenzione alle sofferenze dei detenuti. A Varese sono 117, un numero ancora sotto la soglia di grave disagio. Il cappellano del carcere ha rivolto un appello alla città perchè molti detenuti sono hanno il necessario. 
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Dicembre 2011
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