La manovra non piace ai frontalieri
La crisi della zona euro ha dei riflessi diretti anche nella vicina Svizzera. «Con la disoccupazione che aumenta in Italia si assiste a una lotta tra lavoratori perché i frontalieri vengono accusati di rubare il lavoro agli svizzeri»
Ci sono anche i frontalieri in piazza del Garibaldino per protestare contro la manovra del governo Monti. Gaia Angelo è una di loro. Con una laurea in economia, a 27 anni ha pensato bene di andare a lavorare nella vicina Svizzera, a Lugano. «Sto ancora facendo uno stage – spiega Gaia – che però è ben pagato, certamente di più rispetto al nostro Paese. Il problema per noi giovani è fare esperienza e in Italia lo stage per un laureato, quando va bene, significa fare fotocopie, mentre in Svizzera significa essere investiti di una precisa responsabilità».
La crisi della zona euro ha dei riflessi diretti anche nella vicina Svizzera. «Con la disoccupazione che aumenta in Italia – continua la giovane frontaliera – si assiste a una lotta tra lavoratori perché i frontalieri vengono accusati di rubare il lavoro agli svizzeri. Il problema è invece il costo della vita che nella Confederazione elvetica è più alto, se a Varese con 2.500 franchi vivi molto bene, a Mendrisio no. Questo aspetto inasprisce i rapporti tra lavoratori, mentre il problema vero è il livello retributivo degli svizzeri».
Il dumping salariale lo vivono anche gli italiani, come spiega Andrea Disarò, rsu della Flai Cgil alla Fjord, azienda specializzata nella lavorazione del salmone affumicato. «Noi trattando alimenti di lusso – spiega Disarò – abbiamo dei picchi di lavorazione nei periodi festivi come quello natalizio, dove l’azienda fa uso di lavoratori interinali, almeno un centinaio, per far fronte alle richieste. Il nostro problema è la grande distribuzione che imponendoci un prezzo non sostenibile ci rende poco competitivi. Allora l’azienda è costretta a rivolgersi alle produzioni polacche per la fascia primo prezzo e a ricorrere al lavoro interinale. Questa manovra non mi sembra che affronti il problema».
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