Le imprese devono puntare ai mercati esteri
In Italia le imprese manifatturiere che esportano sono il 12% di quelle con meno di 10 addetti e il 96 % di quelle con più di 250 addetti
Nanismo e scarsa internazionalizzazione. Secondo gli esperti, sono questi i due mali di cui soffre l’impresa italiana. E forse, il secondo è una conseguenza del primo.
In Italia le imprese manifatturiere che esportano sono il 12% di quelle con meno di 10 addetti e il 96 % di quelle con più di 250 addetti.
Per le piccole imprese nostrane andare sui mercati esteri è difficile per motivi oggettivi: non hanno le competenze e le risorse necessarie. Ma rivolgersi al mercato interno, significa soffrire di più e avere una scarsa reddittività, soprattutto quando la domanda è depressa, come accade in questo periodo.
«Fatturare all’estero – spiega Stefano Burani, responsabile sviluppo internazionalizazione imprese di Intesa Sanpaolo – non è così banale. Le barriere culturali e linguistiche amplificano il rischio. Noi insegniamo alle imprese a mitigarlo, siamo così bravi che lo facciamo da 500 anni».
In pratica gli imprenditori che vogliono affermarsi su altri mercati, devono dar vita a un percorso diviso in tre fasi: creare una serie di contatti, ad esempio attraverso le fiere, e reperire informazioni; esportare direttamente sui mercati internazionali; stabilire accordi con distributori o allestire magazzini all’estero per servire meglio le controparti. Azioni che diventano molto complicate quando ci si allontana dal proprio contesto di riferimento.
«Siamo presenti in 40 paesi nel mondo – dice Roberto Gorlier, responsabile prodotti di raccolta e sistemi di pagamento di Intesa sanpaolo – che diventeranno 50 nei prossimi due anni. Possiamo vantare 4200 relazioni con banche di tutto il mondo e siamo presenti da oltre trent’anni In Cina e in Russia. Quindi possiamo fornire consulenza e assistenza preventiva, aiutando le imprese a reperire le informazioni necessarie».
(foto, da sinistra: Alberto Testa, presidente del Comitato Piccola industria di Univa, e Pier Aldo Bauchiero, direttore regionale della Lombardia di Intesa Sanpaolo).
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