Minori non accompagnati: un fenomeno in aumento

I bambini che giungono clandestini nel nostro paese sono tutelati da una legge apposita. L'arrivo avviene con i barconi e ai tir. Seminario d'aprofondimento per gli studenti dell'Insubria

Non è un’emergenza ma sicuramente un fenomeno su cui aprire una riflessione. Così l’Università dell’Insubria con il corso di laurea in Educazione professionale, martedì 6 dicembre dedicherà una mattinata di studio e analisi ai “minori stranieri non accompagnati” che giungono in Italia, in un’ottima educativa.

Per “minori stranieri non accompagnati” minori Save the Children intende i minori al di sotto dei 18 anni di età che si trovano fuori dal proprio paese di origine, separati da entrambi i genitori o da quell’adulto che, per legge o consuetudine, è responsabile della loro cura.

Alcuni minori non accompagnati sono completamente soli, mentre altri vivono con membri della famiglia allargata o con altri adulti. Arrivano soprattutto a bordo di navi, barconi o nascosti nei tir che attraversano l’Europa. Si tratta, per lo più, di bimbi afgani, pakistani o curdi

Un minore non accompagnato può cercare asilo per timore di persecuzioni o per mancanza di protezione dovuta a violazioni dei diritti umani, conflitti armati o altri disordini nel proprio paese d’origine. Può essere vittima di tratta e/o sfruttamento, o può aver viaggiato verso l’Italia per sfuggire a condizioni di estrema povertà. Molti di questi minori sono stati vittime di eventi e traumi terribili o hanno vissuto situazioni di grave difficoltà. Alcuni minori vivono nello stesso momento o in tempi diversi della loro esperienza più di una delle situazioni suddette. Tutti questi minori hanno diritto ad una protezione internazionale sulla base di una vasta gamma di strumenti internazionali, regionali e nazionali.

Il minore straniero, anche se entrato irregolarmente in Italia, è titolare di tutti i diritti sanciti dalla Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia del 1989, ratificata in Italia e resa esecutiva con Legge n. 176/91 176/91. I diritti del minore straniero riguardano:
• la salute (cure ospedaliere urgenti, programmi di medicina preventiva, profilassi)
• l’istruzione (iscrizione nelle scuole di ogni ordine e grado da richiedere in qualunque momento dell’anno).

Il minore non accompagnato ha spesso il primo contatto con le forze dell’ordine o con servizi o strutture di accoglienza. Operativamente il minore viene preso in carico dai servizi sociali del Comune dove è stato trovato i quali cercheranno di inserirlo in una famiglia o in una comunità, al fine di ottenere un permesso per affidamento. Per il minore straniero è fatto divieto di espulsione.

Di conseguenza la sua presenza in Italia deve essere regolarizzata con il rilascio da parte della Questura competente di un permesso che può essere di diversi tipi:
– per minore età (coloro che sono sottoposti a tutela);
– per protezione sociale (in relazione a casi problematici o delinquenziali);
– per affidamento (se c’è stato un provvedimento di affido al servizio sociale, ad una famiglia o ad una comunità).

Quale sia l’andamento di qusto fenomeno e le ricadute sociali lo spiegheranno alcuni esperti del settore: il dottor Paolo Catenaro che parlerà del ruolo della Polzia di Stato, il dottor Giovanni Daverio, ex direttore generale del Ministero del Welfare, che parlerà delle politiche istituzionali in favore di questi minori, il dottor Giovanni Resteghini, responsabile dell’Ufficio scolastico che si occupa di integrazione e che racconterà il progetto PAISS e Bruno Campagnani, educatore professionale,  che parlerà delle esperienze maturate nel laboratorio di educazione al lavoro.

Ad aprire i lavori ci sarà Fabio Geda, che da anni si occupa di disagio minorile e ha scritto “Nel mare ci sono i coccodrilli” raccogliendo la storia di un ragazzino afgano approdato da solo in Italia dopo un lunghissimo viaggio iniziato all’età di 8 anni.

Il seminario di terrà nell’aula magna di via Ravasi dell’Università dell’Insubria

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Dicembre 2011
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