Rifugiati africani a Villa Calderara, tra speranze e scontro politico

Alcuni dei giovani scappati dalla guerra in Libia hanno visto riconosciuto il diritto d'asilo, settimana scorsa altri hanno incontrato i ragazzi dei licei. Intanto il PdL torna a chiedere chiarezza sul numero di persone presenti e sul futuro della villa

Si riapre il confronto politico sui rifugiati africani ospitati a Villa Calderara a Gallarate, mentre alcuni dei profughi presenti a Gallarate iniziano a sperare in un futuro in Italia, una volta riconosciuto il diritto d’asilo.  Il PdL vuole incalzare l’amministrazione comunale sul tema e lo farà con un’interrogazione in consiglio (è all’ultimo punto dell’ordine del giorno per la seduta di mercoledì). «Vogliamo arrivare a definire e sapere dall’Amministrazione – e non dalla stampa – il numero effettivo degli asilanti e se c’è una proroga fino al 31-12-2012» dice Giuseppe De Bernardi Martignoni.

Una parte dei chiedenti asilo ha visto intanto riconosciuto il diritto a rimanere in Europa,  altri sono stati trasferiti, altri hanno vista respinta la richiesta e attendono l’esito del ricorso: la scorsa settimana hanno raccontato la loro esperienza in un incontro organizzato dai licei al Teatro del Popolo, davanti a duecento ragazzi attentissimi. Una narrazione toccante, che ha ripercorso le faticose storie personali (alcuni erano fuggiti da persecuzioni nei loro paesi d’origine, Nigeria e Costa D’Avorio), la violenza della guerra, la fuga in barca verso Lampedusa. «Ora prego solo di poter rimanere qua» erano le parole con cui i giovani africani – ventenni e trentenni – concludevano il loro racconto. La loro testimonianza si è inserita in una mattina di approfondimento sul tema delle migrazioni, con i contributi di Acli, Coordinamento Migrante, Legambiente, Acra Onlus, del regista Alessandro Leone.

Al di là della presenza dei rifugiati, però, c’è un fronte di polemica da parte del PdL: il futuro di Villa Calderara. «Soprattutto vogliamo sapere quale sarà l’orientamento dell’amministrazione per Villa Calderara, di fronte alle richieste di alcune associazioni e di fronte alle preoccupazioni del comitato» dice ancora De Bernardi Martignoni. Fin da luglio, infatti, un gruppo di residenti di via Montecassino, sulla collina di Cedrate, aveva protestato energicamente contro la presenza dei profughi provenienti dalla Libia, ma anche sulle intenzioni di riutilizzo della storica Villa Calderara: la preoccupazione è soprattutto sull’ipotesi che nella villa s’installi stabilmente la comunità Exodus. Ulteriore motivo di polemica è venuto dall’interesse del CAI per Villa Calderara, che però non si era concretizzato nonostante un iniziale impegno della vecchia amministrazione di centrodestra.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Dicembre 2011
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