“A Roma si viaggia gratis e al casello di Gallarate arrivano i rincari”

Il presidente della Provincia Dario Galli annuncia nuovi provvedimenti contro il pedaggio sull'autolaghi. Continua a scottare, però, la bocciatura del TAR della scorsa estate

«I romani che viaggiano in autostrada al grande raccordo anulare non pagano e in Umbria nemmeno. Perché al casello di Gallarate i varesini, invece, devono farlo?». La Provincia annuncia nuove iniziative contro l’odiata tariffa autostradale, ma scotta ancora la sentenza del TAR di quest’estate.
Gli aumenti di inizio anno riportano il casello varesino agli onori delle cronache. Dopo il salasso alla pompa di benzina, dal 1 gennaio, gli automobilisti hanno visto aumentare di dieci centesimi anche il pedaggio della barriera autostradale sull’Autolaghi fino a 1,40 euro, e il presidente della Provincia di Varese Dario Galli, dopo un primo intervento, ha voluto fare il punto sulle iniziative fin qui adottate e le prossime che riporteranno il problema davanti ai giudici.

La tesi della Provincia è che quel tratto autostradale è da definirsi propriamente un raccordo e che, come tale, non debba essere sottoposto a pedaggio così come avviene in altre parti d’Italia. Con questa convinzione lo scorso anno era già stato presentato un ricorso al Tribunale amministrativo della Lombardia con la richiesta di sospensione immediata della tariffa.
Il ricorso presentato dalla Provincia si fondava su tre punti in particolare. Il primo era proprio sulla natura del tratto autostradale, “un raccordo tra il capoluogo di provincia e la rete transeuropea, cioè Varese e la strada internazionale E62 Genova Nantes”. Sempre nel ricorso la Provincia faceva presente come in Italia siano presenti 17 raccordi autostradali come quello di Varese e che nessuno sia sottoposto a pedaggio.
L’altro caposaldo sul quale poggiava il ricorso era la tipologia della tariffa applicata. Secondo la provincia tale tipologia contrasta con il diritto comunitario che sostiene che il pedaggio deve essere commisurato all’effettivo utilizzo e alla distanza percorsa, mentre invece al casello gallaratese la tariffa è uguale qualunque sia la distanza percorsa.
Infine, il ricorso mirava a rilevare la dubbia costituzionalità del pedaggio perché simile a una misura tributaria.

Il Tar lo scorso luglio ha però respinto tutti i ricorsi. Il tribunale non ha riconosciuto la classificazione dell’autostrada come “raccordo autostradale”, ha ritenuto troppo generici i dubbi di costituzionalità, e individuato la Provincia come ente non legittimo a rivalersi attraverso la direttiva comunitaria.

«Si è trattato di una sentenza ingiusta – Ha spiegato oggi Galli – che ci dice due cose: che paghiamo di più e che lo facciamo con il benestare della magistratura amministrativa. Il Tar ci fa sapere che noi varesotti dobbiamo pagare e stare zitti e che la Provincia non ha la competenza di difendere l’interesse dei suoi cittadini».
A peggiorare la situazione c’è però anche il rincaro del 1 gennaio, «non si capisce in virtù di che cosa una società debba avere un adeguamento delle tariffe per legge – dice il presidente Galli -. Senza contare che questo adeguamento avviene sempre arrotondando per eccesso così come è successo quest’anno che ha visto crescere il pedaggio del 9%. Siamo scoraggiati ma cercheremo di studiare tutte le possibilità per bloccare questa insostenibile situazione».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Gennaio 2012
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