Auschwitz a fumetti. Così un deportato testimoniò lo sterminio degli ebrei
Un bottiglia con 22 fogli disegnati a matita ritrovata sul fondo di una baracca del campo di sterminio nazista. L'eccezionale testimonianza è stata pubblicata in un libro
Una serie di disegni nascosti in una bottiglia, come fanno i naufraghi. L’autore, però, non voleva essere salvato, ma lasciare una traccia nella memoria del mondo dell’inferno vissuto in terra a causa degli uomini. L’anonimo disegnatore di Auschwitz-Birkenau è riuscito nella sua missione. Quella bottiglia con i suoi 22 fogli è stata ritrovata sul fondo di una baracca del campo di sterminio nazista e l’eccezionale testimonianza è stata ora pubblicata in un libro curato da Agnieszka Sieradzka (si puo’ acquistare on line).
I bordi slabbrati dei foglietti, il riquadro che incatena la scena agli occhi dell’osservatore, a volte diviso in due per guadagnare spazio, il tratto a matita sicuro con lo sfondo tinto di rosso. Il fumetto non attenua la violenza di quello che hanno vissuto milioni di ebrei deportati nel campo della morte. Anzi, in qualche modo l’acuiscono. I dettagli colti dall’anonimo cronista-testimone compongono l’affresco della borghesia europea mandata al massacro. Dai carri bestiame che arrivano sulla judenrampe di Auschwitz scendono uomini e donne ben vestiti, curati nell’aspetto: il cappello a falde larghe, il fazzoletto al taschino, l’impermeabile al braccio. E ancora, i bambini vestiti da marinaretto, disperati e urlanti al momento della separazione dai genitori. I sentimenti spezzati, i legami famigliari travolti dalla crudeltà nazista, esistenze normali catapultate nell’orrore della storia. Non mancano i corpi scaricati davanti ai forni crematori, come se fossero sacchi di merce qualunque. Ma ciò che colpisce di quei disegni è la presenza della morte nella routine quotidiana degli aguzzini: l’appello davanti alle baracche, l’ufficiale delle SS che si gusta il fumo di una sigaretta, mentre alle sue spalle i camini dei forni lavorano a pieno ritmo. Le torture come normalità.
Dell’autore si conoscono solo le iniziali «M.M» ed è impossibile dire se sia sopravvissuto allo sterminio nazista. Sappiamo che l’ultimo disegno è rimasto incompiuto. La sua missione, no.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Felice su Il pericoloso gioco alla stazione Ferno-Lonate: ragazzini attraversano i binari nel tunnel
lenny54 su È arrivato il gran giorno a Monteviasco: dopo sette anni di stop riparte la funivia
Adriana Andriani su Bogno, la Fondazione Sacro Cuore in liquidazione. Bini: "Non c'erano le condizioni economiche per proseguire"
Bruno Paolillo su Ottant’anni fa Hiroshima: la memoria della bomba che cambiò il mondo
PaoloFilterfree su Vigili del fuoco, organico solo sulla carta: Candiani denuncia l’abuso delle leggi speciali. "Vuote anche le case Aler in convenzione"
Alessandro Zanzi su Crescono le diagnosi di disabilità tra i minori di Varese: +500% in 10 anni
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.