Concordia: 11 morti e 28 dispersi, Schettino ai domiciliari

Il comandante della Concordia a Meta di Sorrento. Discussa la scelta del Gip di non convalidare l’arresto. I titoli della stampa estera: “Coniglio dei mari”

costaCooperazione in omicidio colposo plurimo aggravato, abbandono di persone incapaci di provvedere a sè stesse, discesa anticipata dalla nave: sono queste le specifiche violazioni mosse dalla procura di Grosseto a Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia adagiatasi sugli scogli lo scorso 17 gennaio.
Il comandante è accusato di aver abbandonato circa 300 persone, passeggeri della nave da crociera Costa Concordia, ritenuti dal magistrati incapaci di provvedere a se stessi nel naufragio avvenuto all’ isola del Giglio.
Il bilancio della sciagura è in tutto di 11 morti e 28 dispersi.
Nel frattempo non si placano le polemiche per la scelta della misura cautelare degli arresti domiciliari per il capitano della Costa Concordia: «La misura degli arresti domiciliari appare pienamente idonea a scongiurare le esigenze cautelari di recidiva in condotte criminose a sfondo gravemente colposo ad opera dell’indagato», come scrive il gip di Grosseto Montesarchio disponendo la misura degli arresti domiciliari ha conclusione del suo provvedimento relativo alla posizione del comandante. Secondo il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, ospite di Radio 24, il comandante Schettino è «uno scellerato»; il magistrato ha affermato che: «Abbiamo motivo per credere che lui si possa sottrarre alle proprie responsabilità. I reati contestati sono molto gravi e considerata la sua personalità non credo stia a casa ad aspettare che lo andiamo a prendere tra qualche anno per scontare, magari, 15 anni di carcere»
Sul fronte della difesa il legale del comandante Schettino, Bruno Leporatti non ha escluso l’ipotesi di un giudizio immediato. «Una richiesta di giudizio immediato? Ci può stare», ha riferito il legale alle agenzie.
Sul luogo della tragedia, intanto, si sta recando il Poseidon, battello oceanografico dell’Arpa Toscana per effettuare prelievi sulle colonne d’acqua nello specchio di mare dove è avvenuto il naufragio della Costa Concordia. Interessate all’indagine, in particolare, le acque a valle della corrente in direzione sud-nord. I campioni saranno poi sottoposti ad analisi. Ieri, intanto, tecnici dell’Arpat imbarcati su un mezzo della Guardia Costiera, hanno prelevato campioni di acqua superficiale che sono attualmente in lavorazione presso il laboratorio di Siena. L’oramai famosa conversazione tra la Guardia Costiera di Livorno e la nave Costa, intanto, ha fatto il giro dei giornali di tutto il mondo. La stampa americana parla, riferendosi al comandante Schettino di
«Coniglio dei mari» (titolo di apertura del New York Post); il Wall Street Journal che titola: «Il capitano che non è andato a fondo con la sua nave». Il New York Times pubblica la foto di Schettino in manette sottolineando come quell’uomo sia «il capitano che è fuggito dalla sua nave».

Le telefonate fra la capitaneria di porto e il comandante Schettino:
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Pubblicato il 18 Gennaio 2012
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