Fascisti a Milano, un libro per spiegare il fenomeno

Anpi e Comitato antifascista hanno presentato il libro di Saverio Ferrari che ripercorre la storia dei gruppi fascisti all’ombra della madonnina. Dalla strategia della tensione con le sue stragi fino alla politica odierna

Dopo l’incendio doloso alla sede di ANPI e l’aggressione nel centro cittadino di Angelo Castiglioni, l’idea che gruppi fascisti fossero attivi anche a Busto si è fatta sempre più viva. La battaglia per contrastare questi rigurgiti di un tempo buio per la storia del nostro Paese, la sera del 19 gennaio si è arricchita di un nuovo tassello: la presentazione del libro “fascisti a Milano” di Saverio Ferrari.  Il volume, giunto ormai alla quarta ristampa, guarda il fenomeno del fascismo nella capitale lombarda «non dagli articoli sui giornali -spiega l’autore- ma andando a scavare negli archivi della Procura di Milano».

Da questo minuzioso lavoro d’archivio è stato possibile «constatare che le forze dell’ordine erano perfettamente a conoscenza di quanto accadeva a Milano». La narrazione si muove tra i gruppi di militanti di estrema destra che hanno presidiato per lungo tempo piazza San Babila, a due passi dal Duomo, fino alle grandi stragi che hanno animato gli anni della strategia della tensione. Ordine Nuovo, «un gruppo fascista di poche decine di persone e con almeno un paio di infiltrati» è stato lasciato libero di operare, sostiene Ferrari, chiosando che «spesso è stato anche avvicinato e “consigliato”».
La presentazione del libro, avvenuta davanti ad una sala piena anche da molti ragazzi, arriva anche a toccare tematiche di stringente attualità. «I fascisti di allora -continua Ferrari- hanno avuto stretti rapporti con la malavita per sfruttare prostituzione e giro di droga» ma, dopo la fine di quel periodo, anziché «rifluire in quegli ambienti» i massimi esponenti del fascismo milanese sarebbero «confluiti in quella che si definisce “destra moderata”, annullando il confine tra le due».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Gennaio 2012
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