La Lega moderata che dice sì ai profughi spazzini

Era stato argomento di polemica in consiglio comunale ma alla fine il carroccio ha scelto la razionalità. I profughi arrivati a Varese dopo la guerra in Libia erano da mesi in uno stato di inoperosità, aiutati solo dalle associazioni di volontariato. In altri comuni hanno già il permesso di svolgere lavoretti. A Gallarate li hanno persino incoraggiati a darsi da fare. E così anche a Saronno. Varese aveva nicchiato. In consiglio comunale Andrea Civati del Pd aveva chiesto in una interpellanza che cosa intendesse fare il comune per i 43 ragazzi africani alloggiati all’Hotel Plaza di Masnago, ma il sindaco Fontana era apparso scettico.
La Lega Nord in quella occasione non si era dichiarata favorevole a un inserimento lavorativo (o di tirocinio come in questo caso) degli africani. Ma non era ancora chiaro se potessero o meno, a termini di legge, svolgere attività di qualunque tipo. Ora che il dilemma è stato risolto e il ministero dell’interno ha chiarito che i rifugiati, a certe condizioni, possono beneficiare di fondi pubblici e copertura assicurativa per lavori socialmente utili, è arrivato il via libera. Nella seduta di questa mattina della giunta comunale anche gli assessori leghisti hanno appoggiato il provvedimento richiesto dall’assessore Enrico Angelini.
Una Lega razionale e moderata, ed è già la seconda volta. Perché il carroccio è politicamente del tutto contrario all’arrivo di profughi extracomunitari, ma aveva già dovuto assentire quando la richiesta giunse tramite l’Unione europea direttamente al governo italiano e da questi girata per competenza al ministro dell’interno Roberto Maroni, il nume tutelare dei leghisti varesini. Il sindaco Fontana e la sezione di Varese non eccepirono nulla e si accollarono gli africani, poi evitarono di lamentarsi tenendo un atteggiamento prudenziale.
A Gallarate, la scorsa primavera, la Lega fece l’esatto contrario. La candidata sindaco Giovanna Bianchi partecipò a un blitz per contrastare l’arrivo di tre pulmini di profughi sul territorio comunale. Una boutade che aveva un chiaro sapore elettorale dato che il sindaco in pectore era in quel momento il pidiellino Masismo Bossi, avversario della Lega, il quale, infatti, negò la sede della protezione civile ai rifugiati per non farsi scavalcare a destra.
Ora che i profughi non fanno più paura a nessuno, e che si è constatato che al massimo vanno a fare la spesa o a giocare a pallone, la scelta leghista pare dettata solo dal buon senso e da nessun atteggiamento di convenienza politica. Lo dice lo stesso assessore Enrico Angelini: «Abbiamo convenuto tutti che si tratti di una misura di buon senso». E persino l’assessore leghista Fabio Binelli ha votato a favore: «Io ero contrario all’accoglienza dei profughi, ma piuttosto che tenerli a fare nulla, mi pare sensato che facciano qualcosa di utile».