Porfidio: “Un piccolo esercito di uscieri per il mezzo sindaco”

Il caustico ex-consigliere se la prende, questa volta, con gli uscieri comunali: "Troppi e spesso inutili, perchè non tagliarli?"

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell’ex-consigliere comunale Audio Porfidio

Si fa tanto parlare in questi giorni, sulla stampa e nelle discussioni quotidiane, del tema dei “costi della politica”, riferendosi in particolare agli stipendi dei politici, ai loro rimborsi e privilegi e in generale ai costi del mantenimento delle istituzioni.  A Busto Arsizio l’argomento è stato praticamente “messo sotto silenzio” dalla tenaglia dei due schieramenti di maggioranza e opposizione che hanno bloccato con motivazioni risibili ogni proposta e tentativo di dare un segnale forte alla cittadinanza di taglio netto dei costi della politica e delle istituzioni, in un periodo di forte crisi economica e di pesanti tagli alle spese comunali anche nei settori più significativi come quello dei servizi sociali.

Invece qualche cambiamento potrebbe essere necessario per ridurre i costi di un Palazzo che fa acqua da molte parti, in particolare per rispondere alle voglie di “grandeur” del nostro sindaco, che probabilmente non vuole essere da meno rispetto al Quirinale e ai Palazzi del Parlamento quanto a sprechi di soldi pubblici. Il nostro sindaco, o meglio “mezzo sindaco” dopo che ha ceduto metà delle competenze dell’amministrazione comunale alla società partecipata Agesp Servizi, si è sempre vantato pubblicamente di aver rinunciato alle auto blu del Comune, che sono state dismesse per quattro soldi nel corso della passata legislatura.

La maggiorparte dei cittadini di Busto Arsizio però forse non sa che a Palazzo Gilardoni il nostro “mezzo sindaco” non solo si è fatto costruire (a spese dei contribuenti, ci mancherebbe!!) una piccola reggia personale in quella che lui chiama “l’ala nobile” del Palazzo, ristrutturata a suon di decine di migliaia di euro con tanto di televisore maxischermo al plasma, ma ha anche a sua disposizione un piccolo “esercito” di uscieri, che passano le loro giornate stazionando fuori dall’ufficio del sindaco, intenti in lavori estremamente utili per la città quali ad esempio rispondere al citofono del sindaco (eh sì, cari concittadini, non basta la portineria all’ingresso di Via Fratelli d’Italia, il nostro “mezzo sindaco” ha voluto anche la sua portineria personale), scorrazzarlo qua e là per la città con l’automobile (anche se il solerte “mezzo sindaco” rinuncia all’auto blu!!!) oppure sbrigare le sue urgenti commissioni di sindaco, che evidentemente sono diverse e non conciliabili con quelle che quotidianamente sbrigano per il Comune i messi notificatori. Con la loro elegante divisa azzurra che tanto ricorda il partito del sindaco, sono un po’ come i corazzieri del presidente della Repubblica o le guardie svizzere del Papa, fedeli per sempre alla causa del “mezzo sindaco”.

Qualche semplice domanda sorge spontanea: a cosa serve questo esercito di uscieri? Per svolgere queste mansioni non bastano le segretarie che il sindaco ha già a disposizione? Quale legge e quale disposizione normativa prevede che un sindaco possa avere del personale a disposizione come se fosse il presidente della Repubblica o il Papa? Ma soprattutto: quanto ci costa l’esercito degli uscieri del sindaco?? Domande che meritano risposte, visto che finora nessuno dei solerti consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione (sempre che ci sia una differenza) ha avuto la decenza di portarle all’attenzione del consiglio comunale. E visto che non passa giorno che tutti a Palazzo Gilardoni, di fronte ai drammatici e concreti problemi di code e inefficienze di alcuni servizi essenziali quali l’anagrafe e l’ufficio tributi, non ci ripetano che il Comune è sotto organico e che non può assumere altro personale per coprire i buchi nei servizi citati. In una situazione simile, l’esercito degli uscieri del sindaco è davvero così necessario?

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Gennaio 2012
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