“Quale sarà la sede dell’Aquilone? Dal Comune nessuna certezza”
Il comitato in difesa della scuola materna cassanese denuncia la mancanza di risposte chiare sul tema. Così come sulle ragioni dell'esternalizzazione e sull'organico delle maestre
«Hanno devastato un servizio pubblico gioiello della città». Il comitato L’Aquilone da mesi sta lottando per difendere l’asilo di Cassano Magnago nella sua forma originale, con la gestione diretta. Una battaglia che è partita con grande partecipazione, ma che non ha saputo impedire l’esternalizzazione, ciò che si voleva evitare all’inizio: ecco perché già ad oggi il giudizio è molto duro, nei confronti dell’amministrazione comunale uscente. «Se dovessimo valutare esprimendo un giudizio sull’attività del Comitato rispetto gli obbiettivi iniziali che ci eravamo posti nell’estate dello scorso anno dovremmo ammettere il fallimento: il processo di esternalizzazione è partito», ammettono i genitori. «Ma ci siamo resi conto che da un fallimento possono nascere nuove sfide. La domanda che ci siamo posti è stata: come possiamo contribuire per far si che la nostra scuola possa ritornare ad essere quello che è sempre stata? “Ritornare ad essere”, perché ad oggi l’Aquilone ha subito gravi danni, vola a stento».
Per questo il Comitato ha ridefinito i suoi obbiettivi intorno ad una parola: attenzione. Partendo ora da due punti fondamentali: l’edificio che ospita l’asilo e la situazione delle maestre. «Vogliamo arrivare a capire noi l’opportunità, se esiste, della scelta fatta, partendo da alcune domande basilari, quasi scontate: l’Aquilone deve esistere ancora? è previsto che esista una scuola che porti questo nome? se si, dove? Su quale terreno?»
«L’intenzione del comitato è quella di ricevere garanzie scritte e oggettive sul futuro immobile dove svolgere le attività educative dei nostri figli. Lo stabile attuale, per quanto ci è dato di sapere, non è in possesso delle certificazioni o abilitazioni per poter operare. Alle nostre richieste di chiarimento, purtroppo, come al solito, non abbiamo avuto risposte scritte, certe. L’Amministrazione intende realizzare una nuova struttura, utilizzando lo strumento del projet financing. Ma su quale area? Pretendiamo di sapere dalla maggioranza attuale o da quella futura, come programma nella campagna elettorale, dov’è l’area? Chi a casa propria farebbe un trasloco senza sapere nemmeno se ha a disposizione un altro posto dove andare?»
Altro punto che il Comitato vuole chiarire, sono le ragioni della esternalizzazione, che è stata difesa dall’amministrazione comunale come una scelta imposta. Su questo, i genitori non intendono mollare: «In novembre, il Comitato ha indicato come possibile alternativa all’esternalizzazione “imposta” dai vincoli del patto di stabilità interno, la delibera nr. 46/2011 della Corte dei Conti relativa ai servizi infungibili che verrebbero non computati nei calcoli dello Stato. Stiamo ancora attendendo la risposta promessaci dal Vicesindaco durante la Commissione bilancio».
Altro fronte, quello relativo alle maestre: «Ad oggi sono sette. Il Piano Offerta Formativa, nella ristesura di settembre, modificato in ribasso ed in sordina, dalla Giunta Comunale, che asserisce falsamente che anche i genitori hanno collaborato, prevede comunque nove maestre».
Rispetto a questi tre punti, il comitato vuole risposte chiare, esplicite e messe nero su bianco, non più a voce: «Da parte dei politici e dei funzionari del Comune di Cassano Magnago abbiamo sempre avuto la massima disponibilità, ma mai un documento scritto, una risposta formale sulla quale poter riflettere». E qui si punta il dito su uno dei nodi fondamentali: la possibilità effettiva di mantenere un controllo su una realtà preziosa che dovrebbe appartenere alla comunità: «Se già ora abbiamo difficoltà ad ottenere risposte dal gestore diretto che è pubblico, com’è pensabile asserire che il futuro gestore privato possa tenere conto delle osservazioni dei genitori?»
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