Rosati: ” Il Varese è un’alchimia che funziona”

Il presidente è stato acclamato a fine partita dai mille tifosi biancorossi presenti a Marassi. «Il calciomercato di gennaio è frenetico e quando tocchi una squadra che funziona puoi destabilizzare l'ambiente. Comunque rispetteremo la volontà dei giocatori»

C’è un’immagine, a partita finita, che rimarrà nella storia del Varese 1910. E’ quella del presidente Antonio Rosati in mezzo al campo dello stadio di Genova , “Luigi Ferraris”, che alza le braccia al cielo per raccogliere il coro dei mille tifosi biancorossi: «Un presidente, c’è solo un presidente…».
«Vincere a Marassi dopo la sosta delle festività è un bel ripartire – dice Rosati in sala stampa -. Fare meglio di così era impensabile. Lo stimolo di questo stadio e di questa squadra hanno galvanizzato i ragazzi. Questa è un po’ una nostra caratteristica. Comunque, alla luce dei 94 minuti di gioco, direi che è il risultato più giusto».
A gennaio l’argomento principe non puo’ essere che il mercato riparatore. In questi giorni si rincorrono nomi sia in entrata che in uscita, primo fra tutti quello di Alessandro Carrozza (oggi decisivo con il suo ingresso in campo), la cui destinazione dovrebbe essere all’ombra della Torre del Mangia. Sabato, infatti, Rosati sarà a Siena per vedere la squadra di Sannino impegnata contro la Lazio. «Quando in una squadra l’alchimia funziona – continua il presidente – devi stare attento a come ti muovi. Quindi per assurdo puoi rischiare che al giro di boa fai anche più fatica a capire cosa cambiare, perché di fatto la squadra oggi ha dimostrato di girare bene. Alessandro Carrozza è un uomo importante per il Varese, lo è stato nelle stagioni passate e lo è anche adesso. Ma l’alchimia a cui mi riferivo comprende anche la testa, nel senso che i giocatori devono essere tranquilli e quindi bisogna rispettare anche la loro volontà. Comunque, lui è uno di quei nomi che stiamo trattando».
A Varese, se la trattativa con il Siena andrà in porto, arriveranno Sestu e Parravicini. Mentre Larrondo è ormai fuori dalla trattativa.
«Da lunedì in poi – conclude Rosati – sarà una settimana molto attiva, anche se penso che la sessione di calciomercato di gennaio sia assurda perché destabilizza. Quindi non è un bel lavorare perché ci sono quattro partite prima della chiusura e sono tutti puzzle da incastrare all’ultimo secondo».
Rolando Maran mantiene la sua notoria sobrietà anche dopo una partita che farebbe sbarellare chiunque. «Io i complimenti li giro alla squadra – dice il mister del Varese – perché abbiamo messo in campo intensità e personalità, cioè proprio quello che avevo chiesto prima di venire a Genova, un atteggiamento attivo e non passivo. Siamo stati bravi perché abbiamo interpretato la partita nel modo giusto, anche chi è entrato in corsa perché ha portato un valore aggiunto».
Sul destino di Carrozza, tenuto in panchina fino a venti minuti dalla fine, e risultato determinante per l’assist fornito a Damonte, Maran è piuttosto fatalista. «Non avevo dubbi sul suo valore. Sandro si era allenato meno degli altri e quindi, oggi, ho preferito tenerlo in panchina. Considero Carrozza un giocatore del Varese e, finché c’è, lo utilizzo. E’ vero quello che dice il presidente Rosati: ci sono un’alchimia e un vento favorevole che non dobbiamo disperdere».
Per la Sampdoria è un momento difficilissimo. La grande contestazione alla fine della partita è il segnale della delusione profonda dei tifosi per una squadra che, partita come la grande favorita del campionato cadetto, annaspa a 5 punti dalla zona play-off e inizia a ridimensionare i suoi sogni di promozione. «Quattro punti in sei partite è un po’ pochino – dice mister Beppe Iachini – non mi è mai capitato. Subentrando è chiaro che ci potevano essere dei problemi, ma mi aspettavo anche che potessero essere risolti in fretta. Mi scuso con i tifosi, perché anche io ero incredulo per quanto si è fatto, soprattutto nel primo tempo con quella serie di passaggi sbagliati e la poca grinta nel recuperare. Anziché aggredire, ci siamo abbassati, sbagliando tanto. Sono amareggiato perché questa situazione non dipende da un aspetto tattico, manca la serenità giusta e in questo senso dobbiamo capire i nostri tifosi per quello che vedono in campo. Quest’ansia non è da squadra da play-off. Io non ricordo una mia squadra che abbia sbagliato così tanto. A volte sembra che al posto del pallone ci sia una bomba tra i piedi. Quindi dobbiamo andare a risolvere dentro noi stessi i problemi. Che dobbiamo dire a i nostri tifosi.? Loro hanno fatto il tifo per novanta minuti».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Gennaio 2012
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