Tornano i fiscovelox. La Lega dei Ticinesi minaccia nuovo blocco dei ristorni
I rilevatori posizionati alla dogana scatenano il partito di Bignasca: «Fermeremo le quote del 2012». In gioco ancora 25 milioni destinati ai comuni italiani di frontiera
Tornano i fiscovelox della Guardia di Finanza al confine con il Canton Ticino: sono stati avvistati ai valichi di Ponte Chiasso e Brogeda. Si tratta di speciali rilevatori che registrano il traffico delle auto dirette in Svizzera e dalle targhe delle vetture permettono di risalire ai conducenti per poi effettuare controlli al fine di scoprire potenziali evasori. L’uso dei fiscovelox in realtà non è mai stato bloccato poiché si tratta di strumenti, come i cani fiuta valuta, in dotazione alla Guardia di Finanza per cercare di fermare la fuga all’estero dei capitali non dichiarati. Ma come già accaduto in passato anche questa volta la loro comparsa fa discutere, non solo i frontalieri che per motivi lavorativi devono passare la dogana ma anche la politica del vicino Cantone. Ad andare all’attacco per prima è la Lega dei Ticinesi che minaccia di portare avanti la tattica delle ritorsioni. «La ricomparsa dei Fiscovelox – scrive in un comunicato Lorenzo Quadri, giovane consigliere nazionale del partito di Bignasca – ai valichi di Ponte Chiasso e Brogeda conferma ulteriormente, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, che: i rapporti con il nuovo governo italiano non eletto sono ben lungi dall’essere sulla via della normalizzazione; è semmai vero il contrario. La Berna federale non è in grado di rapportarsi con la controparte italiana. Un’incapacità che emerge con prepotenza anche in altri temi importanti per il Ticino (e non solo) quali il proseguimento a sud di Alptransit. Il conto di questa incapacità, sottoforma delle conseguenze di improvvidi cedimenti o accordi svantaggiosi, lo paga il nostro Cantone».
Dalle parole ai fatti: la Lega in Ticino era già riuscita a bloccare, come atto di rivalsa nei confronti delle politiche italiane in materia fiscale, i ristorni destinati ai comuni di frontiera calcolati sulle imposte alla fonte dei frontalieri. Circa 25 milioni che per i sindaci del Varesotto e delle altre province al confine con la Svizzera rappresentano una voce fondamentale del proprio bilancio. Una controversia che sembrava vicina all’essere risolta ma che rischia di peggiorare di nuovo: «"Situazione distesa", "Ad un passo dall’accordo": queste ed altre fanfaluche sono state propinate ufficialmente dalla ministra delle finanze Eveline Widmer Schlumpf in tempi molto recenti al proposito dei rapporti tra Svizzera ed Italia – continua la Lega -. Obiettivo: ottenere dal Ticino lo sblocco dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri. I fatti hanno subito dimostrato che la realtà dei rapporti con la vicina ed ex amica Penisola era, ancora una volta, estremamente diversa dalle fantasie bernesi. Aveva quindi pienamente ragione chi ha insistito per ottenere il blocco dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri, lo ha difeso sia a livello cantonale che federale, ed ha conseguentemente resistito alle pressioni di chi voleva che il blocco cessasse, facendo balenare un’imminente "normalizzazione dei rapporti" che è, invece, lontanissima dalla realtà. Quanto accaduto, ed in particolare la ricomparsa dei Fiscovelox, dimostra dunque che: il blocco dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri deve proseguire ed anzi, si tratteggiano le premesse per il blocco dei ristorni anche per l’anno 2012, magari in ragione del 100%. È imprescindibile, poiché i negoziatori federali non riescono ad entrare in sintonia con la controparte italiana, il coinvolgimento diretto dei Ticino nelle trattative con l’Italia».
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