“Anche l’Italia venga in aiuto del popolo siriano”

Torniamo a parlare di Siria perché è passata da Varese una delle “carovane della libertà” che stanno girando l’Europa per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana ed occidentale su quanto accade in medioriente

Dopo la testimonianza del profugo siriano, che ci aveva parlato dell’escalation di violenze vissuto dalla popolazione, torniamo a parlare di Siria perché è passata da Varese una delle “carovane della libertà” che stanno girando l’Europa per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana ed occidentale. L’obiettivo è quello di creare un movimento di pressione all’interno della comunità internazionale per costringere il regime a fermare le violenze che attraversano il paese.
L’opposizione in Siria si sta muovendo su un doppio binario: da una parte c’è la popolazione in rivolta che dal marzo del 2011 tiene viva la protesta difesa dall’esercito libero che si è formato grazie ai tanti soldati che hanno disertato il regime per stare con la cittadinanza; dall’altra parte c’è un movimento politico, formato da diverse anime, per lo più di rifugiati all’estero, che sta cercando di creare un movimento organico per organizzare la democratizzazione del paese e smuovere la comunità internazionale per prendere una posizione sulla Siria.

La “carovana” passata da Varese, ospitata dalla comunità varesina siriana con l’aiuto delle Acli, è partita a settembre dall’Olanda proprio per realizzare diverse tappe prima di giungere in Siria il 15 marzo in occasione dell’anniversario delle prime proteste della “primavera siriana”.
«La rivoluzione siriana ha unito le comunità di quel paese sparse in Europa – spiega Alaa Abdulfatah, attivista siriana che vive in Olanda che spiega – Noi abbiamo bisogno dell’appoggio dell’Europa per sostenere la rivoluzione verso un regime che uccide la propria popolazione, le proprie donne e i propri bambini. Noi con la carovana della libertà chiediamo all’Italia di intervenire per fare pressione sulla comunità internazionale, chiediamo aiuto umanitario e cibo e sostegno anche morale ad una battaglia di democrazia, come in passato è accaduto anche in Italia».

«Prima del 15 marzo la Siria era il regno del silenzio – racconta invece Khalil Hossein, anche lui attivista – In 40 anni il regime ha proibito la parola ai cittadini e alla politica con la galera e la repressione. Ciononostante non è riuscito a nascondere il malcontento, e i giovani sono tornati a manifestare. Il popolo siriano ha deciso di abbattere questo regime dittatoriale per una Siria migliore».

Il prossimo 15 marzo tutte le comunità siriane celebreranno un anno di rivolta tragicamente macchiato del sangue della repressione di regime. Per quella giornata sono previste molte iniziative tutte con l’obiettivo di tenere i fari puntati sulla situazione siriana.
L’11 marzo a Varese si svolgerà una serata di approfondimento e cena di solidarietà alla Siria organizzata dall’associazione ponte. L’appuntamento è previsto per quello giorno a partire dalle 17 presso le piramidi di piazza De Salvo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Febbraio 2012
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