Avvocati in sciopero: “I giovani rischiano la povertà”
L'astensione delle udienze: manifestazione in piazza contro l'abolizione del tariffario. I dubbi di una professione che ha paura di un futuro in stile supermarket
Gli avvocati di Varese sono contrari all’eliminazione delle tariffe. Oggi una nutrita delegazione di circa un centinaio di legali ha manifestato davanti al palazzo di giustizia di piazza cacciatori delle alpi. La maggiorparte delle udienze è saltata, a causa dell’astensione, che è stata indetta a livello nazionale per i giorni 23 e 24 febbraio dall’organismo unitario dell’avvocatura. Il consiglio dell’ordine degli avvocati di Varese (nella foto) è schierato a favore dell’astensione e critica l’articolo 9 del decreto legge 20 gennaio 2012 che ha abrogato le tariffe di tutte le professioni regolamentate con il sistema ordinistico.
Il presidente dell’ordine Sergio Martelli fotografa una realtà varesina ancora segnata da una certa sostenibilità, e dove i giovani non vivono situazioni marginali.
«Ma la nostra professione – afferma – viene troppo spesso vista come un grande ammortizzatore sociale, soprattutto al sud, dove si lascia che vi accedano grandi quantità di nuove leve, per utilizzare il titolo di avvocato in funzione di una ricerca di prestigio e lavoro che non sempre è connessa con l’avvocatura».Bene, ma il problema dell’accesso alla professione è un conto, possibile che invece l’abolizione del tariffario non possa esser uno stimolo a una maggiore sostenibilità delle cause da parte dei cittadini? «Non è così – afferma Martelli – il sistema tariffario è a tutela del cittadino e impedisce che vi siano abusi ed eccessi, sia da un alto che dall’altro. Il cittadino secondo noi non sarà più tutelato – osserva Martelli – perché sarà in balia di un mercato che rischia di diventare di poca qualità. I giovani avvocati invece andranno tutti a casa, oppure saranno umiliati, in condizioni di reddito scarsissime».
Tra i nodi che gli avvocati varesini devono sciogliere c’è quello della liquidazione da parte di un organo giurisdizionale, del compenso del professionista. Quando il giudica condanna una parte soccombente a pagare le spese legali, a che tariffario si deve uniformare il giudice se non esiste più il tariffario stesso? Il presidente dell’ordine Sergio Martelli ne ha discusso con il presidente del tribunale di Varese, Emilio Curtò, e la questione è ancora in fase di studio.
La preoccupazione è quella di esporsi a delle opposizioni ai provvedimenti. A Milano il presidente del tribunale Livia Pomodoro e il presidente della corte d’appello Giovanni Canzio hanno deciso, in via provvisoria, di utilizzare il previgente tariffario. A Monza il tribunale ha negoziato insieme all’ordine degli avvocati un tariffario di riferimento. A Cosenza invece hanno inviato tutto alla consulta, bloccando di fatto le cause.
Altri nodi sono quelli della possibilità di avere soci di capitali negli studi, che però non verserebbero più i contributi nella cassa avvocati svuotandola di risorse. C’è poi il problema dei tirocini che diventano sempre meno pratici e più teorici. E che dire della iperproduzione di laureati fornito da almeno dieci università nella Lombardia occidentale che sfornano potenziali avvocati che non si sa più dove mettere? Questo pensano oggi gli avvocati della città giardino. Fare l’avvocato da noi fino ad oggi è stato più o meno un bel vivere, ma i professionisti varesini temono l’arrivo di una concorrenza in stile aziendalistico che in quel settore era sempre stata calmierata da norme e consuetudini.
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