Chiuso il gas, scuderie dell’ippodromo al gelo
Sopralluogo dei vigili urbani in via Galdino. Gli allenatori denunciano: «Hanno saldato anche il cancello che ci permetteva di entrare nelle piste dell'ippodromo». Guido Borghi: «Io non ne so nulla»

«Io non ne so nulla. Che cosa è stato chiuso? Ma cosa dice? Non è stato chiuso niente. Non esiste, ma smettiamola di dire queste cose. Siamo mica la Concordia. Non voglio più parlare con lei».
Che cosa c’entri il naufragio di una nave con lo “sfratto” di 120 cavalli, tre allenatori e una ventina di lavoratori dalle scuderie di via Galdino, rimane un mistero. Comunque,Guido Borghi, presidente della Società varesina incremento corse cavalli spa (Svicc), la società che gestice l’ippodromo di Varese, alla domanda se sapesse qualcosa della chiusura del gas alle scuderie di via Galdino, prima cade dalle nuvole e poi perde le staffe.
Eppure, fu proprio lui, in qualità di presidente della Svicc, con tanto di avviso recapitato agli interessati, a lanciare l’ultimatum a proprietari e allenatori di cavalli: se entro il 31 gennaio non saranno tutti fuori dalle scuderie, verranno tagliati luce, acqua e gas.
Oggi, mercoledì 1 febbraio, i vigili urbani di Varese sono andati alle scuderie di via Galdino per fare un sopralluogo e «hanno constatato la chiusura del gas senza entrare nel merito della questione» ( fa sapere il Comune di Varese) che rimane, appunto, una questione tra privati. Gli altri privati, ovvero gli “avversari” di Borghi, sono gli allenatori, che in quelle scuderie ci vivono e lavorano insieme a una ventina di artieri, e i proprietari dei purosangue.
«È venuto l’idraulico e sta sistemando la situazione – aggiunge Marco Gonnelli, presidente degli allenatori di galoppo -. I vigili hanno anche constatato che è stato saldato il cancello che permette l’accesso dalle scuderie alle piste dell’ippodromo delle Bettole».
La querelle sul destino delle scuderie di via Galdino va avanti da tempo: Borghi e la Varesina chiedono che vengano lasciate libere in quanto c’è un’ordinanza, firmata dal vicesindaco Baroni, che dispone di fare alcuni lavori di messa a norma della struttura, primo fra tutti la letamaia che con i suoi odori darebbe fastidio agli abitanti della zona. In alternativa, la società che gestisce l’ippodromo, mette a disposizione il nuovo centro di allenamento “Castelverde” di Caravate.
Gli allenatori e i proprietari di cavalli, invece, non vogliono lasciare le scuderie di via Galdino perché il centro di allenamento di Caravate non avrebbe ancora l’agibilità necessaria: mancherebbero, infatti, la letamaia a norma e soprattutto il centro non avrebbe l’acqua, senza la quale è impossibile lavorare con i cavalli. «Inoltre, in questo momento – aggiunge Gonnelli – a Caravate c’è in corso la derattizzazione e non è proprio il massimo» (foto a lato).
C’è un altro pezzo di verità che gli allenatori denunciano senza mezzi termini: una volta fuori dalle vecchie scuderie delle Bettole il rischio che ci sia una speculazione edilizia, con la demolizione delle stesse per lasciare spazio a palazzine e appartamenti, è molto alto.
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