Il comune perde la causa, 32 famiglie rischiano di pagare il conto
E' lo strano caso degli abitanti del rione Boschessa che negli anni '70 costruirono su aree comunali espropriate ai legittimi proprietari che fecero ricorso. Nel 2004 la cassazione condanna il comune a risarcire gli eredi ma il conto è stato girato agli abitanti del rione
Nessuno degli abitanti del rione Boschessa di Busto Arsizio poteva aspettarselo, eppure è successo. Più di trent’anni dopo aver costruito i loro condomini, approfittando delle agevolazioni della legge sulle aree residenziali agevolate, si ritrovano a pagare un conto salato perchè il Comune, in causa con i proprietari del terreno che avevano espropriato per renderlo edificabile, ha perso in tutti i gradi di giudizio e adesso gli eredi di quei proprietari battono cassa e ottengono un indennizzo di centinaia di migliaia di euro. Chi paga il conto? Per come stanno le cose non sarà il Comune di Busto Arsizio ma i residenti che da poco hanno ricevuto dagli uffici la comunicazione. E’ l’Italia bellezza, direbbe qualcuno, ma è anche la burocrazia e la giustizia italiana che non riescono quasi mai a far valere la certezza di un diritto.
La storia delle 32 famiglie della Boschessa (ma pare siano nella stessa situazione anche altre 25 famiglie del condominio Ilaria, nel terreno a fianco) è esemplare e raccontarla non significa giudicare gli amministratori che si sono susseguiti negli anni a Palazzo Gilardoni anche se una cosa è certa: per una famiglia media ritrovarsi 11 mila euro da pagare non è uno scherzo. Ma partiamo dall’inizio.
Negli anni ’70 un gruppo di amici della Boschessa si appresta a metter su famiglia: chi sta per sposarsi, chi ha già un figlio e così nasce l’idea di sfruttare la possibilità data dall’amministrazione che concede terreni in diritto di superficie (le cosiddette aree peep) per agevolare la costruzione di abitazioni a basso prezzo. I giovani bustocchi si lanciano nell’impresa realizzando una cooperativa a tal fine e si costruiscono, come molti altri hanno fatto in quegli anni, il loro condominio. Una bella esperienza che, negli anni, crescerà grazie al club degli amici della Boschessa e alle tante iniziative realizzate per la città come la festa di quartiere che si tiene ogni anno e attira migliaia di bustocchi, il presepe, le rievocazioni storiche.
Per quasi 40 anni non succede nulla, almeno così sembra. In realtà l’area su cui avevano costruito il loro condominio era stata espropriata dal Comune ai rispettivi proprietari che, però, non la presero bene e fecero ricorso avviando una causa che si è protratta nei vari gradi di giudizio fino al 2004, anno in cui la cassazione dà definitivamente ragione ai proprietari originari e infligge al Comune la pena del risarcimento, a favore degli eredi. Il tutto all’insaputa dei condomini della Boschessa, che solo nel 2011 sono venuti a conoscenza della notizia tramite una comunicazione da parte degli uffici di Palazzo Gilardoni che, per evitare il danno erariale, ha girato a loro il salatissimo conto.
Il Comune si è avvalso di una clausola contrattuale della convenzione stipulata negli anni ’70 nella quale si chiariva che il terreno era concesso in diritto di superficie alla cooperativa ma che non ci sarebbero dovute essere altre spese per le casse pubbliche. La cifra da liquidare agli eredi si aggira attorno agli 11 mila euro a famiglia. Ora Comune e abitanti della Boschessa stanno cercando un compromesso per evitare altre questioni legali e chiudere bonariamente l’annosa questione, si spera. Anche perchè l’amministrazione in carica vorrebbe vendere queste aree agli abitanti, definitivamente e per ricavarne qualche soldino da immettere nelle dolenti casse comunali (sarebbe una ulteriore spesa di 7 mila euro a famiglia). Ma in questa storia di ordinaria burocrazia italiana nulla, anche a 40 anni di distanza, può essere dato per scontato.
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