“La virata assassina? Io non c’entro”

Incidente dell'aliante, depone in aula l'imputato. Che a sorpresa afferma di aver fatto in passato dichiarazioni "di comodo" per proteggere l'aeroclub

Il pilota di aliante Valerio Fusetti ha negato di aver fatto la virata che fece sbilanciare e cadere l’aereo che lo stava trainando sul Campo dei fiori. Udienza cruciale al processo per la morte di Francesco Tamborini, il conducente dell’aereo a motore che stava portando un aliante sul Campo dei fiori e che si schiantò per una manovra errata il 17 marzo del 2007 . Le versioni di accusa e difesa prendono strade diverse, e l’imputato cambia anche la propria versione dei fatti rispetto alle dichiarazioni che fece a caldo.
«Io ho staccato la corda – ha spiegato Fusetti – poi ho aspettato di vedere la mia estremità andare via. Mentre attendevo, l’aereo trainante, davanti a me, si è abbassato girando verso sinistra ed è scomparso dalla mia visuale. A quel punto ho sentito un colpo. Non potevo virare a destra anche perché ero troppo vicino al costone del Campo dei fiori. In realtà ho successivamente virato anche io a sinistra. Ho controllato che fosse tutto a posto, e sono tornato verso l’aeroporto, dove ho capito che cosa era davvero successo».

Nella deposizione l’imputato nega dunque la virata a destra (che i periti del pm indicano come causa dello sbilanciamento e caduta dell’aereo trainante) In questo però si contraddice con quanto affermato nel 2007 quando fu sentito dall’ispettrice dell’agenzia nazionale per la sicurezza del volo. La contestazione gli è stata fatta dal pm Tiziano Masini, oggi in aula. Perché due versioni contrastanti? La risposta di Fusetti è stata articolata, ma in sostanza ha sostento di avere dato quella versione nel 2007 per proteggere l’aeroclub di Calcinate dall’accusa di non aver rispettato alla lettera le procedure. Non ha sostenuto apertamente che i piloti dell’aeroclub erano soliti violare le procedure di volo. Tuttavia ha confermato che diede una versione, diciamo così, di comodo, per evitare che all’associazione fossero fatte delle contestazioni. Che significa? «C’erano dei dubbi sull’operato dell’aeroclub, si parlò anche di chiusura, e così ho dato la versione più vicina a quella che prescrivono le procedure» ha detto in sostanza.

La dichiarazioni ha conseguenze importanti. La prima è che sarà chiamata ad deporre anche l’ispettrice della Asnv che raccolse quella dichiarazione, messa agli atti da oggi. L’udienza era tutta dedicata alla difesa e una seconda critica all’aeroclub è stata mossa dai periti nominati da Fusetti, Giuseppe Antonino Testi e Barbara Nassi, interrogati dall’avvocato Fausto Moscatelli. Secondo gli esperti di parte la corda di traino usata quel girono dal Maule per trainare l’aliante non era adatta, poiché era tarata su un punto di rottura di molto superiore ai 650 kilogrammi, come sarebbe stato consigliato. Altro punto rilevato dai periti: nessuno può dire oggi come si sono comportati i due aerei. Solo i testimoni lo possono dire. 

Fusetti ha poi osservato che avrebbe preferito non trovarsi così vicino al costone della montagna quel giorno e che non c’era possibilità di virare a destra proprio per l’eccessiva vicinanza.

Rimane un punto debole nella sua difesa: il fatto che l’azionamento della leva di sganciamento avrebbe dovuto evitare la tragedia. Fusetti ha confermato che una volta giunto a Calcinate venne fatta la prova sulla leva di sganciamento e il pezzetto di corda rimasto attaccato al suo aliante cadde effettivamente a terra. Il meccanismo quindi funzionava.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Febbraio 2012
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