“Martignoni ha ragione: nel 2010 in Amsc il taglio degli stipendi non fu fatto”
Si dovevano ridurre gli stipendi del 10%: i CdA furono rinnovati un mese dopo ma si sarebbe continuato a pagare. Il capogruppo del Pd "ringrazia" per la segnalazione il consigliere del PdL De Bernardi Martignoni: "Come Riccardo Ferri, hanno la vocazione all'autogol"
Gli stipendi di Amsc non furono abbassati volontariamente, ma per rispettare la legge? La segnalazione di Giuseppe De Bernardi Martignoni, consigliere del comunale del PdL, è corretta, ma ora rischia di trasformarsi in un boomerang per il PdL e la vecchia dirigenza delle aziende comunali. «Il taglio degli emolumenti doveva essere fatto al primo rinnovo del Consiglio d’Amministrazione, che fu il 5 luglio 2010, circa un mese dopo il decreto legge» dice oggi il capogruppo del Pd Giovanni Pignataro (nella foto sotto), che – da gran tifoso milanista – parla di «sindrome di sindrome di Riccardo Ferri» (giocatore dell’Inter anni Ottanta-Novanta) e di «vocazione all’autogol del PdL».
Andiamo per ordine: il decreto legge (che ha valore immediato, non deve essere pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale) è del 31 maggio 2010 e prevedeva che le aziende possedute interamente dai Comuni dovessero ridurre del 10% gli "stipendi" per chi siede nei Consigli d’Amministrazione, misura da applicare "dalla prima scadenza del consiglio". E poco più di un mese dopo a Gallarate, il 5 luglio, furono rinnovati i CdA di Amsc spa e di Impianti&Servizi, le due principali aziende del "gruppo Amsc". Cosa che – secondo l’attuale presidente di Impianti&Servizi, Gianni Girardi – non fu mai fatta: «Così non fu, a quanto sembra. Quando siamo entrati in azienda il presidente prendeva 30mila euro, pensavamo fosse già stato applicato il decreto, e noi abbiamo deciso di ridurre l’emolumento a 27mila euro. In effetti ci siamo ritrovati semplicemente a rispettare la legge». Il taglio del 10% fu applicato poi – questa volta sì su base volontaria – anche in altre aziende che non erano tenute alla riduzione, vale a dire la MSC (che è partecipata da un privato) e la Prealpi Servizi (che è partecipata dalla varesina Aspem, in parte privata). «Nella società Commerciale Gas, invece, due amministratori – il presidente Sergio Praderio e il consigliere Frasson – hanno rinunciato totalmente al loro emolumento» conclude Girardi, ricordando che i dati sono presenti sul sito del Comune di Gallarate.
La segnalazione di De Bernardi Martignoni, secondo Pignataro, è un autogol politico: «Grazie a De Bernardi Martignoni veniamo a conoscenza del fatto che ci devono restituire i soldi per gli emolumenti non previsti». Uno scenario simile a quello che si è visto in 3SG, dove però il mancato adeguamento degli stipendi era più evidente: il posto nel Cda dell’azienda di servizi socio-sanitari dal 31 maggio 2010 doveva diventare a titolo gratuito, ma si continuarono a pagare gli stipendi per mesi. Ora l’azienda sta recuperando gli importi pagati per errore agli amministratori. C’è da capire se anche Amsc si muoverà in questo senso. Intanto il Pd non pere occasione per sottolineare l’autogol: «Avrei voluto fare comunicazione ufficiale nel prossimo consiglio comunale, ma sono stato anticipato. Ora mi sento come Gullit quando vide la palla entrare in porta: ma il merito non è mio, è di Ferri». Di chiunque sia il merito, l’importante è che la riduzione sia reale.
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