Rapine e aggressioni, fermata la banda dei ventenni violenti
In manette tre ragazzi di 19 e 20 anni: sarebbero gli autori delle rapine violente nella zona del cimitero. Ma la gang è legata anche al pestaggio della sera di San Valentino
Avevano un "curriculum" di tutto rispetto e già agivano come una banda, pronta anche ad aggredire chi tentava di ostacolarli: sono finiti in manette tutti i ragazzi maggiorenni (quattro in totale) che facevano parte della gang responsabile – secondo gli elementi raccolti dalla polizia – delle rapine aggravate avvenute a gennaio nella zona del cimitero. Ma i singoli membri del gruppo sono stati protegonisti di vari altri fatti di cronaca, dai furti al vandalismo, fino al brutale pestaggio di San Valentino. In pratica quasi tutti gli episodi più gravi avvenuti negli ultimi due mesi.
Gli agenti del commissariato di Gallarate, guidati dal commissario capo Gianluca Dalfino (nella foto), sono arrivati a loro incrociando le testimonianze delle vittime e una serie di segnalazioni. L’episodio che ha dato il via è stata il fermo, il 10 gennaio, di un ragazzo minorenne accusato di aver aggredito, insieme ad altri, un automobilista al semaforo di viale Milano: in quell’occasione la vittima aveva subito allertato la polizia consentendo di acciuffare appunto il minorenne. Davanti al PM della Procura dei Minori Annamaria Fiorillo il ragazzo ha collaborato
fornendo alcune informazioni sulle sue "frequentazioni": la banda è tornata in azione al parcheggio interrato Seprio Park (un arresto per vandalismo) e poi soprattutto la sera di San Valentino, quando due di loro hanno aggredito un addetto alle pulizie del parcheggio, considerato (a torto) un "informatore" delle forze dell’ordine. Allora scattò la denuncia a piede libero per due di loro, ma i nuovi elementi raccolti hanno dimostrato ancora una volta che quel gruppo di ragazzi era una banda che si muoveva insieme.
Gli episodi più gravi rimanevano comunque però le rapine con aggressione nella zona del cimitero, ai danni di persone che si muovevano in quella zona alla ricerca di incontri occasionali. Aiutando le vittime a superare la vergogna, i poliziotti di Gallarate ne hanno ottenuto le testimonianze: si parlava di una banda di ragazzi molto violenti, prestanti fisicamente, alla caccia di denaro contante, cellulari e ogni altra cosa di valore. In almeno un episodio le vittime erano state minacciate con una pistola: proprio la "impronta" lasciata sulla fronte di un rapinato con la canna della pistola era un elemento che poteva confermare l’identità dei membri della gang. Alla fine sono scattate le perquisizioni nelle case dei sospettati, dove sono state ritrovati la replica perfetta di una pistola Calibro 9, tirapugni, una modesta dose di marijuana, alcuni capi d’abbigliamento che sarebbero stati usati nel corso delle rapine.
Sono stati così arrestati – su disposizione della Procura di Busto Arsizio (pubblico ministero Mirko Monti) – i due diciannovenni marocchini Montassir El Ouardi e Soumir Abdelfatah e il ventenne albanese Marjo Gjeka: sono accusati di lesioni personali aggravate, danneggiamento e rapina. La Procura ha chiesto la custodia cautelare in carcere, anche per il pericolo di fuga (il giovane El Ouardi stava per partire per il Marocco, per raggiungere il padre che sarebbe malato). Il loro amico Mohammed Braik è già sotto indagine per l’aggressione all’addetto alle pulizie del Seprio Park. Le due ragazze del gruppo – minorenni, una italiana e una marocchina – sono invece seguite dai servizi sociali: non hanno partecipato alle rapine ma sono state segnalate come parte del gruppo in varie occasioni, ad esempio in occasione del furto all’Esselunga del gennaio scorso. Vengono da famiglie in precarie condizioni economiche, in parte senza problemi in parte disagiate anche dal punto di vista sociale.
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