“Una casa di prima accoglienza, prima possibile”
Le persone senza un tetto sotto cui dormire sono alcune unità, alcuni hanno perso l'abitazione da poco. Il Comune ha fatto indagine sul fenomeno e lavora ad un progetto sulla casa
A Gallarate le persone senza casa e costrette a dormire in strada sono poche, ma il problema esiste e riguarda soprattutto uomini che non sono nell’indigenza più assoluta, ma che comunque non possono permettersi una casa a prezzi di mercato.
«Abbiamo fatta una indagine complessiva con l’ausilio della Polizia Locale, si parla di poche unità: 6, 7 persone» spiega l’assessore ai servizi sociali Margherita Silvestrini. «Anche da successive verifiche, abbiano notato che gli utenti del Ristoro del Buon Samaritano (le mensa per persone in difficoltà gestita da parrocchie con contributi del Comune) non hanno il problema abitativo». Bisogna poi considerare che, al di là delle poche persone presenti stabilmente in città, è possibile che vi siano altre presenze più saltuarie, persone che arrivano per esempio in treno da altre località. Le analisi fatte dicono che almeno alcuni non sono in condizioni d’indigenza estrema, ma che comunque non sarebbero in grado di affittare sul mercato privato: alcune delle persone che oggi sono in strada, per esempio, fino a poco tempo fa vivevano presso un’affittacamere in città, che poi ha chiuso l’attività. (Nella foto: una tendina in un deposito edile del centro città, forse utilizzata da persone senza casa).
«Certamente ci siamo posti il problema dell’emergenza freddo – dice ancora l’assessore Silvestrini – e abbiamo verificato che dovrebbe esserci la disponibilità della stazione che mantiene aperta la sala d’attesa», soluzione provvisoria adottata anche nella vicina Busto Arsizio. Silvestrini specifica però che il Comune sta preparando una soluzione d’ampia portata e non provvisoria: «Stiamo lavorando ad un progetto sul disagio abitativo che prevede anche una casa di prima accoglienza: dobbiamo ancora individuare l’immobile o l’area, ma abbiamo già individuato i partner per la gestione della struttura. È un obiettivo che vogliamo realizzare nei tempi più brevi possibile: sarà una casa per l’emergenza abitativa per adulti, non un dormitorio: una soluzione ponte per condurre verso soluzioni definitive». Indicativamente la struttura sarà pensata per accogliere dalle 10 alle 20 persone, tra maschi e femmine (ma tenuto conto che la maggior parte delle persone senza casa sono uomini).
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