Univa: “La ripresa parte da giovani e famiglie”
Il cuore del sistema produttivo varesino tiene, nonostante la crisi. Bilancia commerciale in attivo e settore meccanico a trainare le esportazioni. Giovanni Brugnoli, presidente dell'unione degli industriali: «Per uscire da questa impasse noi dobbiamo giocare un ruolo sociale»
«Per uscire da questa impasse noi dobbiamo giocare un ruolo sociale e metterci in gioco osando un po’ di più». Da parte sociale ad attore sociale, il salto è grande. Non è una novità, perché la dichiarazione di Giovanni Brugnoli, presidente di Univa – affiancato durante la conferenza stampa di inizio anno dal direttore Vittorio Gandini – è l’avvio di quella metamorfosi annunciata dal suo predecessore Michele Graglia. La direzione del cambiamento di Univa punta verso i territori più difficili dell’attuale momento storico: i giovani, la famiglia e, naturalmente, le imprese. Per una volta, finalmente, non si sente suonare il disco rotto delle infrastrutture e delle cose che mancano. Il cambiamento inizia prima nelle teste delle persone e quindi nelle scelte che vengono fatte sui territori da parte di chi ha il potere di farle. Non sarà, comunque, un passaggio semplice. E non a caso Brugnoli usa per ben due volte l’espressione «dobbiamo violentarci». Come dire: quello dell’attore sociale non è il nostro ruolo, ma il momento impone un cambiamento concreto, vero, tangibile.
Univa parte dai numeri, elaborati e commentati da Giulia Grazioli. Nonostante la spallata della crisi, il sistema manifatturiero varesino ha tenuto. Nell’ultimo trimestre del 2011, c’è una situazione di stallo, accompagnata da un calo dell’export nell’area euro (soprattutto verso Grecia, Portogallo, Spagna e Francia), anche se da tempo le imprese varesine hanno ridefinito le loro rotte commerciali verso i paesi extraeuropei, in particolare i cosiddetti Bric (Brasile, Russia, India e Cina).
Il cuore della produzione è ancora il settore metalmeccanico che fa registrare oltre 4 miliardi di euro di esportazioni. A seguire: il comparto chimico-farmaceutico (744 milioni di euro), gomma e materie plastiche (594 milioni), tessile e abbilgiamento (593 milioni). Il saldo commerciale tra importazioni ed esportazioni sfiora i + 2 miliardi di euro, dato che conferma la spiccata internazionalizzazione del sistema economico varesino.
In attesa di uscire da questa situazione, gli industriali hanno pensato di sostenere il welfare territoriale. «La Giunta di Univa – spiega Brugnoli – ha stanziato 100 mila euro per avviare il progetto giovani che prevede uno stage retribuito, all’interno delle aziende associate, per 50 ragazzi fino a 28 anni. Sarà pubblicato un bando sul nostro sito, in base al quale i ragazzi potranno inviare i propri curriculum». Inoltre, si vuole stipulare un accordo, coinvolgendo i sindacati, in grado di rafforzare la possibilità da parte delle imprese di utilizzare le potenzialità dei contratti a termine, per assumere gli studenti durante le pause scolastiche. Se a tutto ciò si aggiunge il progetto “Generazione d’industria”, avviato da Univa qualche mese fa, è chiara la necessità degli imprenditori di intercettare il mondo della scuola, troppo distante e slegato dalla realtà economica.
Conciliare i tempi della famiglia con quelli del lavoro è un altro pezzo importante delle politiche attive che Univa vuole sviluppare. «Ci siamo dati l’obbiettivo- continua Brugnoli – di arrivare ad un accordo territoriale che metta a disposizione iniziative in grado di sostenere i dipendenti nell’acquisto dei servizi di welfare come il baby sitting, il baby parking, i centri estivi e i centri di assistenza domiciliare».
In questo quadro occorre aiutare le imprese a internazionalizzarsi. Brugnoli parla di «contatto virale», cioè chi è già presente sui mercati stranieri con successo puo’ essere un esempio per gli altri. Univa coinvolgerà una quarantina di imprese che non hanno ancora esperienze oltreconfine in missioni all’estero. «Attenzione – sottolinea il presidente degli industriali – non si tratta di delocalizzazione, ma di far crescere il perimetro di azione delle imprese varesine senza intaccare i livelli occupazionali sul territorio». Per affrontare i mercati internazionali ci vuole una “massa critica”. Meglio, dunque, non farlo da soli per evitare il naufragio. In questo le reti di impresa possono venire in aiuto. «Noi ci siamo mossi nei fatti ancor prima del legislatore – aggiunge Vittorio Gandini – basti pensare all’Energy cluster o al Distretto aerospaziale lombardo. Le reti sono un’opportunità e Univa è disponibile a fornire tutto il supporto necessario alle imprese che scelgano questa via».
In tutto questo discorso rimane un punto di grande incertezza, forse il più delicato per le imprese: la difficoltà di accesso al credito. E senza soldi non si va da nessuna parte. «In questo momento le banche – conclude Brugnoli – stanno cercando di rientrare dai fidi. Vogliamo capire meglio, visto che la Bce ha inondato di liquidità il sistema. Noi stiamo pensando ad azioni concrete in grado di riaprire un dialogo diretto con le banche del territorio».
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