Varese, un codice etico contro le frodi sportive

Il presidente Rosati e i legali del club presentano le iniziative nate contro il calcioscommesse: codice esteso a tesserati e collaboratori, certificazione e clausola speciale nei contratti

Un codice etico interno, una certificazione internazionale, una clausola inserita nel contratto firmato dai giocatori in nome della trasparenza e della tutela di atleti e società in pieno scandalo calcioscommesse. Il Varese 1910 mette in campo la dirigenza – e davanti a tutti il presidente Antonio Rosati – e i suoi legali, non tanto per ritornare sulla battaglia portata avanti la scorsa estate per ottenere la Serie A, quanto per evitare che la piaga degli illeciti non attecchisca dalle parti di Masnago dove, almeno fino a ora, non si ha notizia di comportamenti "pericolosi" nell’ambito delle inchieste sulle scommesse.
Un intervento deciso e innovativo quello portato avanti da Rosati, tuttora scottato dalle vicende che hanno toccato diverse società dirette concorrenti dei biancorossi (l’Atalanta e Doni sono il caso più eclatante, ma l’inchiesta coinvolge anche altri club e i loro giocatori) e intenzionato a tracciare una strada che possa essere d’esempio per i colleghi presidenti. Una via applaudita in prima persona dal numero uno della Serie B, Andrea Abodi, il cui intervento telefonico con Villa Recalcati – dove il Varese ha illustrato il progetto – è saltato solo per un problema tecnico che non ne intacca l’appoggio incondizionato. Abodi ha poi inviato un messaggio di sostegno.

La società biancorossa si è di fatto dotata di un codice etico interno, un documento cioé al quale tutti i tesserati ma anche i collaboratori a vario titolo devono sottostare. «Regole scritte, ferree e non interpretabili, in vigore da gennaio che oggi ufficializziamo» ha precisato Rosati. «Da presidente voglio che il Varese resti indenne da certi problemi che stanno inquinando il mondo dello sport. Anche per questo ho voluto che la società ottenesse la certificazione SA8000, documento che hanno in pochi e che riguarda proprio il comportamento etico di un’azienda o di un club». È poi toccato agli avvocati del club Stefano Amirante e Giuseppe Rosati, fratello del patron, entrare nei dettagli dell’operazione.
«Oltre al codice etico e alla certificazione, abbiamo studiato una clausola speciale da inserire nel contratto dei singoli calciatori – ha spiegato Amirante – innanzitutto per proteggere gli atleti e poi a tutela del club nei casi di calcioscommesse o comunque di comportamenti etici. Un paragrafo già inserito per esempio nel contratto di Rivas e che verrà aggiunto a quelli di tutti i suoi compagni di squadra. La clausola prevede che il Varese metta a disposizione una consulenza penale e sportiva ai suoi tesserati per affrontare nel modo migliore gli obblighi dati dalla loro condizione di professionisti e tutelarli qualora venissero implicati in vicende poco lecite. La stessa clausola però prevede che in caso di violazione delle regole la società potrà aprire subito un arbitrato e richiedere la decurtazione dello stipendio sino al 100% oltre alla possibilità di licenziare un giocatore giudicato "infedele"». In pratica il Varese punta a ridurre al minimo i danni causati dalla cosiddetta "responsabilità oggettiva", anche perché i giocatori, al momento di firmare la clausola, autocertificano la propria estraneità a comportamenti illeciti.
Intanto ieri, prima dell’allenamento domenicale, lo stesso Amirante ha presieduto una riunione nello spogliatoio biancorosso in cui ha spiegato nei dettagli quali sono gli obblighi dei calciatori professionisti e quali comportamenti vanno tenuti nel caso ci siano tentativi di illecito. Un opera di "alfabetizzazione" voluto dalla Lega di Serie B (il termine è quello utilizzato dall’organo presieduto da Abodi) per informare con precisione i tesserati, in modo da non lasciare zone d’ombra.

«Se un giocatore o un suo procuratore non volesse accettare la nostra clausola, l’eventuale ingaggio salterebbe – dice Rosati senza mezze parole – O cambia agente o cambia squadra. Ma credo che non avverrà perché oltre a tutelare la società, con questo intervento, miriamo ad aiutare proprio gli atleti a non cadere in comportamenti sbagliati. Mi auguro che in questo senso il Varese possa fare da battistrada anche per altri club. E poi spero che l’inchiesta penale in corso faccia vera giustizia sulla vicenda scommesse; il danno dello scorso anno ormai è fatto, ora però è fondamentale che queste storie non si ripetano».

LA CLAUSOLA "ETICA"

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Febbraio 2012
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