Volontari e “Chi l’ha visto” insieme per trovare Claudio
Continuano le ricerche del piccolo Claudio Franceschelli, gettato nel Tevere dal papà la mattina dello scorso 4 Febbraio
Continuano le ricerche del piccolo Claudio Franceschelli, gettato nel Tevere dal papà la mattina dello scorso 4 Febbraio.
Sul campo impiegate le squadre di soccorso tecnico del Corpo Nazionale UST , tra i quali nuclei sub fluviali, operatori tecnici e direttori di ricerca. E’ proprio UST, infatti, in collaborazione con “Chi l’ha visto?” sotto autorizzazione del Pubblico Ministero, a rispondere all’accorato appello della mamma che non chiede altro di poter riavere il suo bambino.
La missione ha avuto inizio ieri nelle prime ore del mattino all’altezza del ponte della Scafa, tra Ostia e Fiumicino, dove ancora oggi perseverano le operazioni di immersione con l’ausilio di attrezzatura altamente tecnica tra cui un robot che ispeziona accuratamente il fondale e le sponde del fiume.
Proprio a causa delle acque torbide e della presenza di arbusti e tronchi di albero nella parte di ispezione del Tevere, la ricerca risulta essere di estrema complessità e faticosa per i sommozzatori, ostinati comunque a non demordere, e che già ieri mattina si sono trovati costretti a pianificare un complicato ancoraggio dei cavi di sicurezza posizionati da una riva all’altra del Tevere.
I volontari impegnati UST sono in totale 18, provenienti dalla 2^Zona Bergamo, 3^Zona Brescia e 6^Zona Lazio, coadiuvati da medici e psicologi.
Sul campo presenti fin da ieri gli avvocati della mamma e la nonna che dolorosamente invocano le acque del Tevere di restituir loro il piccolo Claudio.
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