Alfieri: “I ristorni sono un problema tra stati. La Regio ne resti fuori”
Il Consigliere Regionale commenta le indiscrezioni secondo le quali il presidente dell'organizzazione vorrebbe proporre ai sindaci, scavalcando sia Berna che Roma, una sorta di accordo fiscale
«Occorre che la Comunità di lavoro Regio-Insubria recuperi la sua autentica missione, ossia quella di favorire e approfondire tematiche che riguardano lo sviluppo dei territori di confine e non venga invece strumentalizzata da parte di esponenti politici della Lega dei Ticinesi per sostituirsi ai governi nazionali». Alessandro Alfieri, Consigliere Regionale e vice-segretario del PD, non fa mancare la sua opinione su alcune indiscrezioni riguardo il prossimo incontro della Comunità Regio-Insubrica che si svolgerà a Chiasso lunedì 26 marzo, riunione alla quale sono stati invitati tutti i primi cittadini dei comuni italiani di frontiera. Sembra che il presidente della Comunità, l’Onorevole Norman Gobbi della Lega dei Ticinesi, voglia proporre ai sindaci, scavalcando sia Berna che Roma, una sorta di accordo fiscale per sbloccare la situazione relativa ai ristorni che il Governo del Canton Ticino ha congelato in un conto corrente apposito lo scorso 30 giugno.
«È inammissibile che la forza politica che ha provocato questa situazione, ovvero la Lega dei Ticinesi, ora voglia cercare una via unilaterale e che non rispetta l’ordinamento istituzionale italiano per cercare una via d’uscita – puntualizza Alfieri -. La questione dei ristorni è argomento di livello nazionale e spetta alle istituzioni preposte, ossia al Governo, cercare di trovare un accordo con la Svizzera. Che sia quanto mai necessario che questo argomento venga preso nella dovuta considerazione dal Governo Monti, magari grazie anche alla sensibilizzazione delle necessità dei comuni di frontiera avanzate da Regione Lombardia, è un dato di fatto. Invece reputo un fatto molto grave che nel vicino cantone italofono forze politiche approfittino di contesti particolari per trattare materie con i Comuni, cui non compete alcun potere in materia. Già il blocco dei ristorni è stata una misura illegale adottata dal Canton Ticino violando un trattato internazionale. Se queste indiscrezioni corrispondessero al vero allora la cosa sarebbe ancora più grave perché assisteremmo ad un nuovo comportamento che non è giustificato dal diritto vigente in Italia».
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