Clooney, De Niro, Banderas? Li ha “portati” un varesino
Giorgio Borghi, nipote di Giovanni patron dell'Ignis, è alla direzione della terza casa di produzione pubblicitaria in Italia. Tra i suoi artisti: Belen, George Clooney, Jeremy Irons, Gwyneth Paltrow
Quando si dice "Buon sangue non mente…". Il paragone potrebbe sembrare un po’ eccessivo, ma, visti i tempi molto diversi, lo stile imprenditoriale e la voglia di emergere sembra siano fattori ereditari nella famiglia Borghi. L’amatissimo Giovanni Borghi, patron dell’Ignis e di una cultura imprenditoriale ormai scomparsa, sarà sicuramente soddisfatto dei risultati che il nipote Giorgio Borghi sta mietendo con la sua "Movie Magic International".
E sì. Perchè il rampollo della casa dei frigoriferi oggi è un affermato produttore di spot televisivi, il terzo in Italia. A lui sono legate pubblicità famosissime come "No Martini?No party" di George Clooney o le scoppiettanti gag De Sica-Belen per Tim, o l’ammiccante barista Gwyneth Paltrow ancora per Martini o le esilaranti avventure di Aldo Giovanni e Giacomo per Wind piuttosto che la dolce tenerezza di Juliette Binoche per Ferrero Roche.
« La Movien Magic International è stata fondata da mio padre Guido negli anni ’90 – ricorda Giorgio – Fu la sua seconda moglie, americana e figlia di un produttore cinematografico di Los Angeles a convincerlo. Poi, quando lei è tornata negli Stati Uniti, abbiamo fatto il salto internazionale: grazie ai suoi contatti, siamo arrivati a grandi nomi dello spettacolo».
Giorgio, 34 anni diviso tra Varese ( « dove più che altro dormo») Milano e Bergamo ( « Abita la mia fidanzata…») è ormai un producer ricercato e molto apprezzato: « Sono a conttato con le agenzie pubblicitarie e poi registi e attori di ogni calibro. È un lavoro che amo molto. Il cliente ti porta la storia, poi noi iniziamo a pensare al regista, alla location, agli attori. E poi si va sul set e si gira. Si viaggia tantissimo alla ricerca dei luoghi migliori. Di solito, i mesi invernali, li passiamo al caldo e al mare…».
Il padre Guido, dopo aver dato la spinta iniziale, ora si sta un po’ defilando: « Rimane il presidente e mantiene alcuni contatti. Ma mi sta pian piano affidando l’intera casa. Ormai sono undici anni che lavoro. Ho iniziato dal basso, facendo tutti gli step per imparare ogni singola fase del lavoro. In Italia non esistono scuole che ti preparino a questo tipo di occupazione».
Come moltissimi giovani varesini, anche Giorgio non aveva alcuna internzione di entrare nel mondo del lavoro "serio": « Il mio grande sogno era quello di giocare a basket. Prima la Robur poi la Pallacanestro Varese…. A ventidue anni ho appeso di colpo le scarpe al chiodo… Forse un po’ troppo presto. Ma di tempo non me ne rimane più molto».
Nonostante viva a contatto con star e artisti di caratura mondiale, Giorgio non si dimentica della "sua" Varese. Così, quando la Fondazione Ponte del Sorriso ha bussato alla sua porta, non si è tirato indietro e ha messo in moto la sua macchina e i suoi contatti per regalare uno spot molto intenso che promuove l’assistenza pediatrica in ospedale. Anche in questo caso… "buon sangue non mente!".
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