Eva contro Eva, tante volte Eva
Il fotografo Donato Fusco al Mo.oM di Olgiate Olona per l’8 marzo
Tante volte Eva! Un inno alla donna che è nel cuore di tutti noi, un inno alla donna in sé, un inno alla donna che si ama, un inno alla donna che ama “a modo suo”, un inno alla donna che l’uomo ama. Le donne che amano la propria differenza si guardano allo specchio nel giorno del loro comune compleanno: l’8 marzo, la Festa della Donna non è mai è stata onorata così. Il fotografo Donato Fusco, che percorre un 8 marzo di celebrazione della natura femminile senza anteporvi alcun altro interesse al Mo.oM Hotel di Olgiate Olona: una vera festa, con una festeggiata, talmente varia e bella da sfidare la contrapposizione con se stessa, sempre originaria e sempre Eva, ma sempre ammiccante e sempre complice. Ecco perché "Eva contro Eva".
Tutto inizia alla 10 di mattina con uno shooting fotografico per sole donne organizzato da Arcilesbica Verona, dal titolo “C’è un solo organo per amare” (si riferisce al cuore…). Quella festa della luce delle donne per le donne confluirà nel vernissage della mostra fotografica “Images and Words” EVA CONTRO EVA, ricca degli abiti della stilista Chiara Boni e di un breve testo di Elisabetta Bricca, letto dall’attrice Alessandra Gianotti. Ma il “piatto forte”, la terza parte della festa, dove Alessandra Gianotti reciterà insieme all’autore Sergio Bevilacqua testi in forma di sonetto tratti dall’opera esplosiva “Concettuale fotografico”, con il detonatore delle immagini di Donato Fusco, un’anteprima alla pubblicazione per i tipi di IBUC, Italian Books Unbonding Company Edizioni. L’opera “Concettuale fotografico” costituisce uno studio estetico la cui tesi è che il filone dell’arte concettuale (così importante negli ultimi 50 anni da trovarne segni nelle ascendenze delle avanguardie, per poi scaricarsi in Rauschenberg, Warhol, Manzoni e in tanta arte contemporary soprattutto americana) trova la sua espressione principe proprio nell’arte che più è analogica rispetto al suo sistema percettivo / senso di riferimento: la fotografia, rispetto alla vista. Ma non sorprende, se pensiamo che la radice latina di vedere, video, discende direttamente dalla fonetica greca antica v/foida, che significa “sapere”. E si sa, dunque, che la prima forma di sapere è proprio il prodotto della logica che ordina e compone (cum) le prensioni intellettuali (coepta), producendo i cum-coepta, i concetti.
La raffigurazione realistica che tanto ha mutato il mondo delle rappresentazioni e dell’arte (W. Benjamin e, ortogonale, A. Schopenhauer) diviene il vero teatro del concettuale: facile cercarlo dove l’arte fugge dal referente… è invece proprio dove nell’arte il referente persiste di più che il concettuale come canone artistico si annida, trova la sua tana, il suo habitat. Dunque, nella fotografia! Anche F. de Saussure converrebbe…
E perché in quella di Fusco? Perché è fatta su carta vetrata, e patinata… Ci tiene alla forma ma non riesce a ridurvisi. “Qualcosa” (direbbe un lacaniano) preme… E se è arte, ciò che preme sulla fotografia altro non è che il CONCETTO. Per saperne di più, fate attenzione alle letture della bravissima Gianotti e Bevilacqua osservando le foto di Fusco e poi, naturalmente, ricordate l’uscita tra pochi mesi di “CONCETTUALE FOTOGRAFICO”, IBUC Edizioni, giugno 2012.
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