I comuni di confine: “Una mazzata inaspettata”
Il sindaco di Viggiù Sandy Cane ha già sentito diverse amministrazioni di confine dopo lo stop di Monti sugli accordi bilaterali con la Svizzera: “Non siamo stati nemmeno interpellati, chi ci darà il soldi dei ristorni?”
Viggiù, Clivio, Ponte Tresa, oltre alla presidenza delle Comunità Montana. Tutti in rivolta contro il presidente del consiglio Mario Monti che venerdì ha interrotto le trattative con la Svizzera per la stesura dei patti bilaterali «per una migliore lotta all’evasione fiscale», preferendo così «aspettare decisioni da parte dell’Unione Europea».
Una situazione che ha destato subito preoccupazione in molti comuni del varesotto, come a Viggiù: «Ho già sentito i sindaci degli altri paesi della zona – spiega il primo cittadino Sandy Cane – e siamo allarmati per la situazione. Chi ci darà i soldi dei ristorni? L’Europa?». La situazione riguarda i ristorni che la Svizzera darebbe ai comuni italiani di confine, riferiti alle tasse pagate dai frontalieri. Ristorni che la Lega dei Ticinesi ha già annunciato di voler bloccare anche per quest’anno.
«Ora Monti blocca tutto – prosegue il sindaco di Viggiù -, nessuna trattativa, nemmeno al ribasso. I soldi che così mancano ai comuni chi ce li dà? Qui c’è un trattato che risale 1974 che non è stato rispettato. Non va bene che si scarichi tutto sulla comunità europea. Forse Monti non sa quanti sono questi soldi: per Viggiù si parla di oltre 900mila euro per l’anno scorso. Lui si dovrebbe battere per mantenere questo accordo, è uno sgarbo nei confronti dell’Italia. Qualcuno ce li deve dare questi soldi, altrimenti siamo in guai seri».
Viggiù e altri comuni stanno quindi pensando ad azioni comuni per far sentire la propria voce: «Qualcuno si è dimenticato di noi. Nessuno ci ha informato di queste decisioni – spiega Cane -. Nei prossimi giorni ci troveremo con i sindaci della zona per capire quali azioni intraprendere. Se deve entrare la Ue forse deve parlare coi sindaci. Già non sappiamo come vivere, questa notizia ci dà la mazzata morale».
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